Lavoratori Schneider, don Valerio: la speranza non deve mancare

I lavoratori della Schneider Electric di Rieti, insieme al sindaco Simone Petrangeli, agli onorevoli Fabio Melilli e Oreste Pastorelli, all’assessore regionale Fabio Refrigeri, alle rappresentanze sindacali e al direttore dell’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e del Lavoro don Valerio Shango, hanno manifestato sotto l’Ambasciata francese.

L’intento è stato quello di far sentire oltralpe il peso dell’ingiusta decisione di chiudere le porte dello stabilimento reatino della multinazionale. Una delegazione è stata ricevuta dall’Ambiasciatore di Francia in Italia, Alain Le Roy.

A don Valerio abbiamo chiesto una prima impressione a caldo: «È andata bene» ci ha detto il sacerdote. «L’ambasciatore francese ci è sembrato coerente con l’impostazione socialista del suo Governo. Abbiamo incontrato una notevole apertura al dialogo con chi soffre. I lavoratori sono stati accolti in modo rispettoso».

Ma quale piega ha preso la discussione?

Mah, l’incontro ha avuto un carattere quasi “informativo”, uno scambio di pensieri. Ovviamente monsieur Le Roy conosce la vicenda e si è già informato sulle intenzioni della Schneider. Sa che la multinazionale ha dichiarato la propria decisione irrevocabile.

Di fronte a questo l’Ambasciata avrebbe potuto prendere atto e dire semplicemente “non vi ricevo”!

E invece l’Ambasciatore ha voluto raccogliere in modo diretto dalla controparte reatina tutte le informazioni utili per poter interessare il suo Governo alla sorte dei nostri lavoratori. Il nostro ragionamento è noto, ma vale sempre la pena di ripeterlo: Rieti non può sopportare l’ennesimo abbandono da parte di una grande azienda, né permettersi ulteriore disoccupazione.

Quando sapremo qualcosa di più?

Forse presto. L’ambasciatore ci ha detto che terrà il Sindaco Petrangeli come punto di riferimento. Qualche novità potrebbe arrivare fra una settimana. L’onorevole Melilli ha messo sul piatto elementi nuovi anche da parte del Governo italiano. Forse certi argomenti potrebbero cambiare le carte in tavola. La speranza è sempre quella di un ravvedimento della Schneider.

Si parlava di trovare acquirenti…

È vero, ma al momento non c’è nulla di concreto. In Italia, del resto, si ha talvolta l’impressione che nulla sia certo. Forse per questo l’Ambasciatore ha scrupolosamente acquisito il maggior numero di elementi possibile e cercato quanti più riscontri e garanzie attorno alle proposte italiane.

La Francia di oggi dovrebbe corrispondere ad una visione di tipo socialista. Quale ti è sembrato l’atteggiamento dell’Ambasciatore rispetto ai problemi dei nostri lavoratori?

L’Ambasciatore è convinto che il lavoro sia da salvare. Magari accettando una proposta che aiuta a riconvertire l’azienda. Va anche detto che sotto il profilo sindacale alcuni meccanismi non sono stati rispettati. Non si può annunciare unilateralmente la chiusura di un sito con le modalità scelte da Schneider. Ecco anche perché il Comitato Sociale Europeo è stato investito della questione. C’era una procedura da seguire e non è stato fatto. Il Governo francese potrebbe non essere insensibile a questo genere di argomenti. Del resto monsieur Le Roy ci ha spiegato che in Francia l’attenzione attorno alle delocalizzazioni è molto alta. Difficilmente il Governo Hollande si lascia portare via posti di lavoro. Con un po’ di buona volontà, la strada per convincere le aziende ad essere maggiormente rispettose si può trovare anche in Italia.

Di certo una politica europea su questi temi aiuterebbe…

Infatti. La delocalizzazione andrebbe sempre contrastata. Ma per prima cosa sarebbe necessario riuscire a permeare la sfera economica di un nuovo umanesimo. Senza un cambiamento generale di opinione e di clima politico, continueremo ad assistere alla ricerca smodata del profitto sulle spalle di lavoratori sempre più soli e indifesi.

Torniamo al pensiero sociale della Chiesa!

Infatti. Dovremmo trovare la maniera di cambiare il sapore, il senso, lo scopo dell’economia. La Chiesa lo dice da tempo, ma il compito è sulle spalle dei Governi. Le buone idee della Chiesa, vanno trasformate in azioni concrete. Ad esempio smettendo di tollerare che le multinazionali si comportino come “Stati all’inteno degli Stati”. È grave. E l’ambasciatore ha convenuto con noi che certi argomenti adrebbero reintrodotti e presi a riferimento. Soprattutto quando ci si ha tra le mani il destino delle persone. Siamo sicuri che Lui farà la sua parte. Tra l’altro ci ha anticipato una notizia interessante. Da febbraio a Bruxelles si cercerà di raggiungere una politica industriale europea. Forse si sta facendo avanti l’urgenza di contrastare le delocalizzazioni e tutti gli altri eccessi che concorrono all’evidente impoverimento dell’intera Europa. Certamente sarà solo un primo passo, ma comunque ci dà un po’ di fiducia.

La speranza non deve mai mancare?

Assolutamente! Dobbiamo continuare a sperare e a lottare. E dobbiamo cercare di rimanere il più possibile uniti. Proprio oggi ho proposto a Simone Petrangeli di scambiarci in Comune gli auguri di Natale con i lavoratori di tutte le realtà del territorio in difficoltà. Il Sindaco ha accettato con entusiasmo e di sicuro sarà un momento significativo per tutti.