Striscioni di laicità

Mi spiace che dal mio commento alla polemica sull’immagine di Giovanni Paolo II, messa in bella vista nel gabbiotto del Comune, siano state estrapolate solo alcune frasi, senza guardare all’intero discorso. Tra le altre cose, dicevo inopportuna e disdicevole quell’esposizione, se non altro per motivi di buon gusto in fatto di arredo degli uffici pubblici.

Tuttavia mi chiedo e vi chiedo: se l’oggetto dello striscione fosse stato una squadra di calcio o un cantante, le tifoserie avverse avrebbero fatto osservazioni analoghe? Avrebbero avuto lo stesso indignato “sussulto”? Sarebbero salite dal Sindaco e avrebbero chiesto la rimozione di quella stampa “insopportabile”? O si sarebbe risolta la contesa solo con qualche battuta?

Insomma: perché ai sedicenti «sinceri “laici”» reatini dà tanto fastidio ciò che è religioso? Magari ci sbagliamo, ma si direbbe che dietro la maschera della laicità dello Stato si nasconda un inconfessato anticlericalismo, un anacronistico atteggiamento da mangiapreti.

Ma c’è di più: per qualcuno il fenomeno religioso sarebbe addirittura una sorta di circonvenzione di incapace, e gli argomenti della fede quasi un’offesa all’intelligenza. C’è chi vorrebbe la fede ridotta ad una sorta di perversione privata. Una deviazione che non può avere alcuna rilevanza pubblica, non può entrare nel dibattito, né essere considerata un punto di vista.

Chissà: quando avremo tolto ogni riferimento al sacro dagli uffici e dalle strade, dovremo tornarcene nelle catacombe, vergognarci di credere e di essere cattolici! Forse l’illuminata coscienza di certi “laici” si quieterà solo quando la loro avversione al sacro sarà soddisfatta dal ritrarsi nell’ombra di ogni atteggiamento religioso.

Però diciamoci le cose in faccia: oggi tutti sbandierano la laicità, ma non è anche questa una fede tra le fedi? Perché dovrebbe prevalere sulle altre? Nel nostro ordinamento giuridico la laicità dello Stato è un concetto “derivato”. Non è stato scritto esplicitamente nella Costituzione, è stato dedotto della Corte Costituzionale con tanto di sentenza.

Una deduzione di logica giuridica pienamente condivisa da chi scrive, ma pur sempre una deduzione. Nulla di inequivocabile o da dare per scontato. E comunque nulla che stabilisca in quale luogo sia o meno accettabile l’esposizione dei segni della fede.

E allora, se proprio ci si vuole esercitare su un pensiero laico, razionalmente e criticamente fondato, sarebbe il caso di trovare argomenti meno superficiali, e soprattutto meno emotivi, di quelli che ha suscitato uno striscione con sopra la faccia del povero Wojtyła.

Che possa dare così fastidio, magari più di un poster pornografico, è davvero un fatto curioso. Ed è la reazione sproporzionata a suscitare domande sulla serenità di chi ha sollevato il caso.

Comunque sia, grazie per gli auguri di Buona Pasqua che ricambio di cuore. A proposito: mi piacerebbe sapere che significato danno i «sinceri “laici”» reatini all’espressione “buona Pasqua”. Se preferiscono posso augurare loro una buona “festa di Primavera”. Sembrerebbe decisamente più conforme al principio di laicità!

5 thoughts on “Striscioni di laicità”

  1. Marco Giordani

    leggo volentieri Massimo Casciani;
    Trovo che non dica mai banalità. E nell’articolo “Striscioni di laicità” in effetti non dice banalità; ma strafalcioni, che non mi aspettavo da lui.
    Mi perdonerà se non farò un discorso elaborato, limitandomi alle seguenti note buttate giù senza tanta elaborazione; e sperando che la estrapolazione non travisi.

    “se l’oggetto dello striscione fosse stato una squadra di calcio o un cantante, le tifoserie avverse avrebbero fatto osservazioni analoghe?”
    – oddio, avevamo già assistito alla blasfema difesa del crocifisso fatta dal governo italiano che sosteneva non fosse un oggetto sacro ma solo un simbolo “culturale”; ora Casciani da ad un Vicario di Cristo la stessa rilevanza e significanza, di Francesco Totti?

    “inconfessato anticlericalismo, un anacronistico atteggiamento da mangiapreti.”
    Per clericalismo, qui come in egitto, si intende il tentativo di imporre come legge civile quella religiosa, che sia Sharìa o catechismo.
    L’anti-clericalismo avversa ciò, non ha niente contro i preti, non è affatto anacronistico (anzi, in questi ultimi decenni se ne avverte sempre più la necessità)

    “Forse l’illuminata coscienza di certi “laici” si quieterà solo quando la loro avversione al sacro sarà soddisfatta dal ritrarsi nell’ombra di ogni atteggiamento religioso”
    Inviterò Casciani a casa mia, e si meraviglierà di quanti oggetti che richiamano al “sacro” essa ospiti. Si può essere “non avversi” ed anzi anche “appassionati” al sacro anche se, come me, non si è credenti. E’ sbagliato credere che un non-crdente sia avverso al sacro.
    Una enormità è poi crederlo per un laico, che spesso (non ne ha conosciuti?) è credente. Un credente che vive la sua fede non solo nel suo intimo, ma nella comunità dei fedeli e nella chiesa; e nelle opere al di fuori di questa; senza bisogno di costringere altri a vivere secondo i suoi principi religiosi e senza bisogno di esibirla appesa al suo ufficio pubblico o illuminata sopra Poggio Bustone.

    “oggi tutti sbandierano la laicità, ma non è anche questa una fede tra le fedi? Perché dovrebbe prevalere sulle altre?”
    Casciani confonde l’ateismo, che teorizza la NON esistenza di un dio, con la laicità, che chiede di distinguere la sfera religiosa da quella civile (cosa che peraltro avviene in tutto il mondo civile).

    “mi piacerebbe sapere che significato danno i «sinceri “laici”» reatini all’espressione “buona Pasqua””
    personalmente gli do il significato di un augurio di passare una buona giornata che qui è chiamata Pasqua.

    Sperando di non avere confuso ma chiarito qualcosa
    saluti
    Marco Giordani

  2. Orazio

    Condivido quanto scritto da Marco, ma aggiungo una cosa per me fondamentale.
    Sono cresciuto in un periodo in cui la religione era obbligatoria a scuola ed il voto di religione influiva sulla promozione, periodo in cui se non eri battezzato ti era precluso l’accesso a tanti diritti, periodo in cui, un mio compagno di scuola, figlio di un noto commerciante di via roma, veniva punito solo perché Protestante e quindi non seguiva le lezioni di religione come avrebbe dovuto. Mi sono schierato dalla sua parte ed ho pagato di persona.
    Da ATEO e LAICO, non ho bisogno di simboli negli uffici pubblici e se li vedo mi sono indifferenti, li vedo si come coloro che a casa loro espongono i colori del Milan ed io sono Juventino. La differenza è che l’edificio pubblico è di tutti, cioè anche dei Protestanti, Ebrei, Mussulmani,Induisti, e così via. Detto questo penso che se ci fosse rispetto nei confronti di tutti i credenti di tutte le religioni, dovrebbero riempire le pareti degli uffici di una miriade di simboli.
    Un episodio che mi ha fatto riflettere profondamente fino alle mie attuali convinzioni, risale agli anni 60: tramite la TV vidi un servizio in cui scoprirono un tribù di indigeni al centro dell’Amazzonia che mai avevano avuto contatti con atri uomini fini ad allora, quando gli scopritori scesero nei pressi del villaggio con il loro elicottero, uomini e donne del villaggio si inginocchiarono per adorare l’elicottero.
    Questo mi fece pensare che tutte le varie religioni sfruttino l’ignoranza e le paure dell’essere umano.
    A Massimo Casciani che dico Buona Pasqua ad altre persone perché rispetto il credo altrui immaginando che sia gradito al mio interlocutore se cattolico e non mi offendo se mi viene detto.

  3. Massimo Casciani

    La ringrazio dei complimenti; sono d’accordo su diverse cose che lei scrive, ma su alcune no. Intanto premetto che sono sposato con una donna laica, atea e anticlericale, pur essendo io insegnante di Religione, cattolico convinto che si sforza di essere decorosamente praticante, anche se non è facile. Ho buona parte dei miei amici laici e mangiapreti. E ci vivo benissimo. Capisco tutte le loro argomentazioni. A modo mio anche io sono anticlericale, ma non nel senso che dice Lei. Imporre per legge civile ciò che pensa una religione è “confessionalismo”, infatti si parla di Stato confessionale cioè che sposa una certa religione; nei casi peggiori come in Iran etc si parla di teocrazia addirittura. Il clericalismo che io combatto, invece, è un modo di ragionare sacrale e avulso dalla realtà, senza approccio critico ai temi di fede e civili; per semplificare: “io sono prete e quindi ho ragione perché sono consacrato, di queste cose ne so solo io, e via di questo passo, e i laici che si adeguano sono clericali anche loro”. Il clericalismo è in via di estinzione perché travolto dalla storia e dalla modernità, per fortuna, e dalla cultura. D’accordo che laico e ateo non sempre coincidono.
    Piuttosto io non metterei l’Italia sullo stesso piano dell’Egitto. Non vorrà farmi credere che l’esposizione neppure ufficiale di uno striscione voglia imporre la fede o il sentimento religioso! Su questo punto nessuno mi ha risposto. Io sarei contrario pure all’esposizione di poster di cantanti e calciatori in un ufficio pubblico, perché non è il posto loro, come non è il posto del Papa. Ma non ne avrei fatto una questione di laicità. Il crocifisso invece sta negli uffici pubblici (ci dovrebbe stare rectius) per una legge règia. Se lo Stato lo vuole togliere lo faccia con legge, lo può fare, non è una norma pattizia da concordare con la Chiesa.
    Se vogliamo combattere i fanatici e i facinorosi io ci sto; d’altra parte la Chiesa ufficiale, da sempre, a parte in alcuni casi, con i suoi teologi e pastori illuminati che ci hanno lasciato documenti memorabili, ha insegnato che la religione non si può imporre perché non attecchisce in tal modo, ma può essere seguita solo se chi la propone si sforza di praticarla e ne è affascinato.
    Spero di poter incontrare un po’ di voi, amici laici, insieme o separatamente, perché ne potrebbero venire buone discussioni che ci arricchirebbero tutti.

  4. Massimo Casciani

    Concordo anche con molte delle osservazioni del Signor Orazio, ma non posso accettare di essere associato agli indigeni dell’Amazzonia che adorano l’elicottero. L’idea che le religioni sfruttino l’ignoranza della gente offende anche molti intellettuali e scienziati credenti, di varie religioni. E’ anche un’idea superata dalla filosofia della religione e dal dibattito storico-religioso recente e più avveduto e arguto, perché non è così. Anzi i popoli che hanno fatto le maggiori scoperte nel corso del tempo sono stati popoli molto religiosi; è un luogo comune sbagliato e anche pericoloso, mi dispiace! Non posso neppure accettare che di 7 mililardi di persone siamo 5 miliardi di scemi.

  5. luca

    Non credo che il vero problema sia il contrasto tra clericali ed anticlericali.Se in comune ci mettevano un augurio per il ramadam che succedeva?Io penso che il problema sia secolare,cioe’ quello tra chiesa cattolica e societa’ civile riguardo le competenze sul potere temporale.Tale problema inizio’con Pio IX e continuo’con i patti lateranenzi.E’ sempre stato un problema di natura politica piu’ che di coscienza.infatti nei paesi anglosassoni,dove non e’ sentita l’influenza politica della chiesa,il problema e’ solo morale (es: l’aborto o la pedofilia).In Italia dobbiamo convivere con una chiesa fortemente impegnata nella politica e nell’economia (banche, ospedali, scuole, opere sociali etc) e questo provoca malumori in coloro che non sono cattolici praticanti e vedono questi usufruire di privilegi e favori .Non credo che ci sia soluzione al problema ma sarebbe buona norma che entrambe la due posizioni evitassero le situazioni di contrasto.Nel caso in questione sarebbe stato meglio non dare l’impressione che il comune fosse (anche solo ipoteticamente) in accordo con qualsiasi ente religioso (di qualsivoglia religione).Sarebbe stato meglio che il comune (che proviene da una parte politica di tendenza laica) avesse fatto personalmente,nella persona del sindaco, gli auguri alla cittadinanza cattolica.,Magari potrebbe farlo anche a quella sionista, musulmana,ortodossa,induista.Che male c’e’ a fare gli auguri agli altri? che sappia io i gesti di rispetto sono ben accetti in tutte le religioni.

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