“Lettura a voce alta” al Consultorio Familiare Sabino

“Porgere un libro ad un bambino è un atto di civiltà, regalare la presenza e il calore di una voce è un atto di amore”: il bambino nell’adulto aiuta i bambini a crescere e ad avere fiducia.

La letteratura è nata prima della scrittura.  Pensiamo ai  poemi omerici , non furono composti da un solo autore, ma, come suggerito dalle ricerche filologiche degli inizi del ‘900, da itineranti che li tramandarono per generazioni in forma esclusivamente orale.

In Italia la tradizione dei cantastorie è durata fino a tempi molto recenti e ancora negli anni ’40 era consuetudine nelle campagne riunirsi d’inverno nelle stalle per ascoltare storie narrate a puntate.  Esistono ormai numerose evidenze scientifiche che testimoniano i benefici della lettura ad alta voce specie ai bambini: leggere ad alta voce crea momenti privilegiati di interazione tra adulti e piccoli  e promuove l’autostima. Inoltre le storie e le spiegazioni date aiutano il bambino a riconoscere e concettualizzare le emozioni proprie e altrui.

A partire da queste ricerche scientifiche sono nate in numerosi paesi iniziative per la promozione della lettura ad alta voce: «Reach out and Read» negli Stati Uniti, «Bookstart» in Gran Bretagna, o «Stiftung Lesen» in Germania. Altri progetti analoghi sono in essere anche nel nostro paese.

Il programma di “lettura a voce alta” del Consultorio Familiare Sabino si colloca entro questa cornice ancora una volta di sostegno e di accoglienza gratuiti in adesione a quel principio fondante che vuole che  ogni bambino ha diritto ad essere protetto, non solo dalla malattia e dalla violenza, ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo.  Promuoviamo la lettura gratuita a voce alta nella consapevolezza che il leggere ad alta voce ai bambini, con una certa continuità,   abbia una positiva influenza sul loro sviluppo relazionale e cognitivo. Questa esperienza è accudimento, arricchimento, ascolto, attenzione, complicità, condivisione, dialogo, disponibilità, incanto, sguardo, piacere, relazione .

L’attività nella sua apparente semplicità coagula su di sé una serie di valenze che, oltre ad essere legate a una immediata preoccupazione per lo stato dell’alfabetizzazione e della lettura in genere, hanno a che fare con modelli di comunicazione più positivi e affettivi che influiscono in modo rilevante sullo sviluppo emotivo del bambino. Leggere ad alta voce o raccontare storie sono infatti qualcosa di più di semplici passatempi sostituibili o intercambiabili con altri. Leggiamo e accompagniamo il bambino, condividendo le sue emozioni e i suoi timori, verso il lieto fine che deve essere inevitabilmente rassicurante e consolatorio.

Questo il progetto del Consultorio Familiare Sabino con uno sguardo particolare all’infanzia precaria, in difficoltà, infanzia che bisogno di essere sostenuta. Leggere, è noto, rientra nel campo delle azioni di prevenzione o cura del disagio infantile che implicano una migliore capacità di comunicazione tra adulto e bambino. Di per sé le storie non guariscono dai mali profondi dell’anima e del corpo: però possono aiutare, divengono anche esse “la relazione che ha cura”: leggere vuol dire prendersi cura dell’altro, di quanto è ancora sano e sostenerne la crescita. Come fili che si tendono tra parti diverse del sé offrono sostegno nel difficile percorso verso il recupero di un’integrità a volte indefinita, perduta o mai posseduta.

Le storie hanno un inizio, una parte centrale e una fine. Sono intere e integre: crescere e maturare vuol dire anche saper mettere insieme i frammenti della propria esperienza con quella di chi ci ha preceduto e ce l’ha narrata, ce l’ha lasciata a testimonianza dei suoi stessi tentativi. E se è così per l’adulto, a maggior ragione lo sarà per il bambino nella cui vita le cose “prive di senso” sono ancor più numerose e, talvolta, ancor più dolorose.

Nelle storie si trova un elemento di ordine e rassicurazione: attraverso la lettura i bambini vengono aiutati, ma anche noi adulti, a ritrovare questo silenzio e a ritrovare la capacità di narrare la storia che ci riguarda più da vicino, quella che per noi è più importante e vitale. Può aiutare a ritrovare il dialogo con la parte più profonda del sé, a non perdere la capacità di pensare in termini narrativi. Sappiamo che i bambini, fintanto che il clamore che hanno intorno non sovrasta la loro voce interna, non fanno altro che pensare in termini di narrativa: lo fanno inventando giochi e proiettandosi in situazioni lontane dalla realtà di tutti i giorni. Le migliori storie che siano mai state scritte per loro sono proprio quelle che colgono tali fantasie, le riordinano e danno loro conclusione soddisfacente, rassicurante: quella che essi stessi, spesso, non sono in grado di darsi.

L’incontro sul terreno dell’immaginario, la relazione intensamente affettiva che si viene a creare nel momento in cui l’adulto acconsente di entrare in uno spazio di creatività, rimane, nell’esperienza del bambino, un momento di incancellabile pregnanza, qualcosa che li riguarda personalmente e personalmente gli è stato consegnato. Forse non avrà sufficiente potere per modificare il corso della loro esistenza né, forse, a fargliene trovare il senso. Potrà però, questo sì, fargli intuire che un senso ci può essere. Perché le storie, questo potere, ce l’hanno davvero, e non mancano mai di rivelarlo se sono raccontate con sincerità. E per questo noi siamo qua a leggere storie credendo che questo sia sostegno ed accoglienza.

Vi aspettiamo dunque bambini nostri piccoli grandi protagonisti del futuro che si schiude innanzi a voi. E vi aspettiamo cari genitori coraggiosi e consapevoli accompagnatori di quanto sia prezioso porgere un dono attraverso il calore di una voce.

Vorrei concludere rinviando alla cara letteratura quale fonte preziosa: “Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso” (Francesco Petrarca).