Don Domenico: «Ecco perché gli Angeli sono necessari»

Commentando il brano del Vangelo letto nella Santa Messa in occasione della Festa di San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia di Stato, il vescovo Domenico ha ripreso le parole di Gesù Gesù. Il Maestro sta incontrando i suoi primi discepoli quando gli viene incontro Natanaele che aveva scorto sotto un fico. «Alla meraviglia del discepolo che si sente riconosciuto – ricorda mons. Pompili – Gesù indirizza una parola impegnativa: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Una promessa che lascia intendere «una continuità tra il cielo e la terra, quasi che come nel sogno di Giacobbe, ci sia ormai una scala che congiunge i due piani».

«Ormai in Gesù Cristo non c’è più separazione tra alto e basso, tra cielo e terra, tra divinità ed umanità» ha spiegato il vescovo. «Quello che l’incarnazione ha realizzato è confermato da tutti quei momenti in cui ci sentiamo accompagnati e quasi condotti per mano dagli Angeli. Essi lampeggiano e scompaiono dentro situazioni, circostanze, persone in cui comprendiamo di essere misteriosamente sorretti dall’alto».

«Ecco perché gli Angeli sono necessari. Quasi accorgercene, veniamo educati ad una conoscenza diversa da quella che si sviluppa in rapporto ai sensi. L’Angelo necessario testimonia che non bisogna fermarsi a ciò che si vede e si tocca, che ci sono in cielo e in terra molte più cose di quelle che passano per la nostra testa. E che quindi bisogna guardare alla vita con ben altra profondità e levità».

Infatti, ha concluso il vescovo citando Rainer Maria Rilke, grazie agli Angeli «raccogliamo disperatamente il miele del visibile, per custodirlo nel grande alveare d’oro dell’invisibile».