Comune di Rieti: il vento è cambiato

Una pagina di storia è stata scritta: Simone Petrangeli è stato eletto 30° sindaco della città di Rieti. Il calo d’affluenza alle urne in occasione del ballottaggio del 20 e 21 maggio non ha affatto minato la chiarezza del voto. Ben 2 votanti su 3 hanno deciso che a rappresentare il capoluogo sabino per i prossimi cinque anni sarà un candidato di Sel (Sinistra ecologia e libertà), ovvero il partito politico che ruota attorno alla figura di Nichi Vendola.

E il dato è ancor più sorprendente se si pensa che ciò è avvenuto proprio a Rieti, una delle roccheforti del centrodestra, che si credeva inespugnabile. Ma così non è stato. Anzi, viaggiando sul filo della metafora, la corazzata del centrodestra si è lasciata affondare, abbandonandosi in mare aperto, in balìa di un vento nuovo e con l’urgenza di accertare se per attacchi esterni o per ragioni di natura interna.

Vero è che il primo passo che il centrodestra dovrà fare per gettare le fondamenta di una nuova realtà politica, che porti al rinnovamento, è fare una seria autocritica per comprendere gli errori e le leggerezze commessi, scavando a fondo per far emergere le ragioni che hanno portato il 67% degli elettori a scegliere Simone Petrangeli quale Primo Cittadino.

Ma se da una parte si può parlare solo di colpe, dall’altra invece si va avanti per forza di meriti. Quelli di Simone Petrangeli e delle coalizioni che lo hanno sostenuto, sono stati indubbiamente l’aver afferrato il malessere che serpeggiava in città, il proporsi baluardo delle esigenze comuni e il puntare su una campagna elettorale all’insegna della condivisione e partecipazione. Non a caso il motto di Petrangeli è stato, fin dalle primarie, il famoso «mettici del tuo».

E i reatini hanno premiato un uomo nuovo (e giovane), ma con tanto attivismo politico alle spalle, le sue idee fresche e i tanti altri volti nuovi che lo hanno accompagnato: in sostanza, il cambiamento. Anche per una città fortemente ancorata ad un immobilismo sociale, economico e culturale, che la rende addirittura anacronistica se comparata agli altri capoluoghi italiani.

Per il resto, Rieti si inserisce pienamente all’interno della cornice politica nazionale, confermando la tendenza che vede il centrosinistra uscire vittorioso da quasi tutti gli “scontri” politici di queste ultime amministrative. Ma se l’andamento generale va verso un’unica direzione, ciò non equivale a sminuire la portata significativa di un’elezione come quella di Petrangeli. Elezione che parte subito con il piede giusto: ammirevole è stata la decisione di aspettare la fine dei funerali di Melissa Bassi, la giovane ragazza rimasta uccisa dall’attentato di Brindisi, per rivolgere il primo saluto alla città in festa, nonché la decisione di non festeggiare la vittoria, in linea con gli altri neosindaci eletti nei diversi comuni d’Italia, a causa delle ultime tragedie che hanno colpito il nostro Paese: dalla bomba a Brindisi al terremoto in Emilia, e a causa dell’incidente stradale che ha colpito il consigliere Gabriele Bizzoca.

Non so quanti, dopo 18 anni di attese, non si sarebbero fatti travolgere dall’onda dell’euforia: ammirevole passo in avanti verso una politica dove i valori e il rispetto devono essere sempre al primo posto; non ci resta che augurare che in futuro si viaggi sempre su questa linea. Ed ora, a lavoro per Rieti.