Comifar, o del crepare nell’indifferenza

Da qualunque lato la si guardi, la vicenda della chiusura del sito reatino del distributore di medicinali Comifar è inquietante. Anche soffermandosi solo un poco a indagare la vicenda si rimane scossi. Innanzitutto va tolto un equivoco. La sorte dell’azienda non ha nulla in comune con le tante situazioni di crisi che gravano sul mondo produttivo reatino. Comifar non è in difficoltà per colpa della competizione globale. Non è una fabbrica, non produce nulla. La sua missione è un’altra: distribuire capillarmente e nel modo più efficace i farmaci all’utenza rifornendo le farmacie. Un lavoro che da leader assoluto del settore in Italia sa fare meglio di chiunque altro. I suoi standard qualitativi sono quelli “tedeschi” della casa madre Phoenix, campione europeo del settore. L’impresa garantisce sette consegne giornaliere, ordini informatizzati, reperibilità in tempi certi dei prodotti. Che il leader del mercato non sia competitivo sui prezzi poi, è assurdo per principio.

La Comifar reatina quindi, non chiude perché è incapace di dare risposte al territorio, al mercato, all’utenza. Chiude perché scacciata da coloro che maggiormente ne hanno bisogno: le farmacie, il Comune e i cittadini.

Gran parte della sofferenza dell’azienda è dovuta alla scelta di alcune farmacie private di Rieti e delle quattro “comunali” di rifornirsi fuori città. Le farmacie Salaria, Maraini, Manca e Petrini prendono poco o niente dal magazzino reatino. Poche “righe” ci dicono gli addetti, giusto le urgenze, qualcosina di poco comune e qualche momentaneo ammanco. Lo diciamo – intendiamoci – per amore del mercato. Salaria, Maraini, Manca e Petrini sono imprese di privati, liberi di comprare dove vogliono. Altrettanto libera l’utenza di scegliere altri. Le farmacie che conducono la propria attività dentro un implicito patto di cittadinanza e sostengono il lavoro locale rifornendosi da Comifar si riconoscono da un adesivo sulla vetrina. Meglio saperlo.

Quanto alle “comunali” i fatti hanno dell’incredibile. La nuova sede della municipalizzata si trova letteralmente a pochi metri dalla sede logistica di Comifar. Ciò nonostante, da agosto, i punti vendita ASM non hanno preso un solo farmaco dal grossista di via Greco. Una scelta mai pienamente chiarita al pubblico, fatta in barba ad un contratto tra Azienda Servizi Municipali e distributore firmato, ci dicono, anche dal Sindaco.

E qui comincia la responsabilità politica di questa vicenda. Ci si sarebbe aspettata una Amministrazione pronta a difendere il sito con le unghie e con i denti. ASM dice che il loro attuale fornitore garantisce margini maggiori dell’operatore locale. Sarà pure vero (si può almeno provare a crederci). Ma con la chiusura di Comifar il Comune perderà tutti i tributi che azienda e dipendenti versano nelle vuote casse municipali. Una rimessa del tutto incomprensibile. Gli amministratori si direbbero pronti ad affrontare le prossime amministrative con una azienda e trenta posti di lavoro persi sulla coscienza. Di fronte al loro imperturbabile silenzio si può solo pensare che le cose gli stanno bene così. Diversamente li vedremmo battere i pugni sui tavoli, richiamare all’ordine l’ASM, ricordare a tutti che è l’Amministrazione Comunale a determinarne l’indirizzo della municipalizzata. Fantascienza, o fantapolitica evidentemente. È chiaro che lavoro locale, aziende sane e sviluppo del territorio gli stanno a cuore solo a chiacchiere. O forse chissà, con la chiusura di Comifar puntano ad aggiungere qualche nome alle liste dei Servizi Sociali, vero fiore all’occhiello del Comune.

Tanto i cittadini se ne stanno quieti e inebetiti. Anche quelli attivi, indignati, virtuosi, solidali, radicali, partecipativi, onesti, ambientalisti… Saranno tutti distratti dall’inutile, ma copioso vaniloquio dei comunicati stampa di Palazzo! Attori o lettori di un botta e risposta a mezzo stampa pernicioso e inconcludente. E se un domani qualcuno dovrà aspettare troppo per trovare un certo farmaco salvavita pazienza. In fondo mica si può campare per sempre, o no? Magari creperà maledicendo l’indifferenza con cui ha lasciato morire chi provvedeva a queste cose per lui, con la silenziosa dignità del proprio lavoro, finché ha potuto.

9 thoughts on “Comifar, o del crepare nell’indifferenza”

  1. moreno imperatori

    martedì, in Consiglio Comunale,anche se con un colpevole ritardo, sarà trattata anche la mia interpellanza sulla comifar. Nella discussione prenderò spunto anche dagli articoli usciti su frontiera. Solo un pensiero per l’articolo di David Fabrizi, gli amministratori, non sono indifferenti, almeno non tutti, tra di loro c’è chi detiene il potere per decidere e chi no, e questo è il mio caso, io cerco di fare il possibile.

  2. Annalisa

    Mi chiedo:”E se non fossero usciti gli articoli?”.
    La verità è che siamo circondati ed amministrati da troppi yes men che guardano al proprio tornaconto.
    Rieti sta morendo e la responsabilità è si degli amministratori ma anche dell’indifferenza di noi cittadini che finchè non veniamo colpiti personalmente non ci curiamo dei problemi altrui. Evviva la solidarietà!Mi raccomando cittadini continuiamo a votare chi ci affossa:

    1. moreno imperatori

      per claudio… che non cita il suo cognome: …il piacere fammelo tu…e poi frontiera non è facebook e secondo me è improprio fare un botta e risposta.cercami se vuoi su facebook e avrai tutte le risposte che vuoi!

  3. moreno imperatori

    per Annalisa anche lei senza cognome….stesso discorso di Claudio con l’aggravante che l’italiano non è per tutti…ho detto, “prenderò spunto ANCHE dagli articoli di frontiera”…e poi per favore yes men a chi? ma se non sai nulla e non conosci la gente prima informati

    1. Annalisa

      Mi dispiace che si sia risentito per lo yes men non di certo riferito a lei.
      Non l’ho di certo inserita tra coloro che guardano al proprio tornaconto.Credevo che ciò fosse comprensibile a tutti.
      Il mio rammarico è riconducibile al ritardo, all’imperdonabile ritardo.

      1. moreno imperatori

        per Annalisa: allora scusami se ho interpretato male…ma hai affrontato due argomenti per me delicatissimi, è proprio perché non sono uno yes men e perché sono uno che cerca di smuovere la classe politica contro l’indifferenza generale che in 12 anni di attività politica non ho mai avuto la gestione di nulla e senza strumenti puoi solo strillare ma non puoi fare….. ecco perchè ti ho detto prima informati. Un fatto da cui potrai capire molto: qualche anno fa un quotidiano locale mi definì “l’ape operaia di forza italia”, non sai quanti nel partito, quelli con la puzza sotto il naso, mi dissero che non era una bella frase….invece a me mi rese e mi rende orgoglioso.

  4. claudio

    Caro Imperatori Moreno intanto ti dico che io non uso Facebook, e uso questo canale perché sono un amico di Frontiera e di David. E’ un anno che si parla di Comifar e delle sue conseguenze in caso di chiusura, è singolare che tu ed altri politici ne parliate solo da un mese o poco più. Tutto qua. Ah, se ti interessa così tanto il mio cognome è Mei e lavoro alla Comifar da 14 anni.

    1. moreno imperatori

      bravo…mai celarsi dietro l’anonimato è troppo facile,ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, e io me le assumo, a volte contro corrente e anche,se occorre, contro la mia parte politica. Attento ai politici che magari dicono di stare con i lavoratori…martedì ad esempio vengono in consiglio i lavoratori della ritel, una volta mesi fa, qualcuno di loro, durante un’occupazione dell’aula consiliare, mi fischiò in aula,(ma come, pensai, ero stato io, senza pubblicizzarlo,a richiedere un consiglio comunale dedicato solo alla ritel,e questi mi fischiano? il motivo era, che ero l’unico tra tutti i presenti a dire durante il consiglio comunale che la proposta di interrompere il consiglio comunale non giovava a nessuno e soprattutto ai lavoratori che avevano bisogno del sostegno dei cittadini di Rieti ed il sistema non era quello di interrompere i lavori del consiglio e le deliberazioni importanti che si accingeva a fare quel giorno.Il consiglio fu interrotto lo stesso e sai cosa è successo dopo? che la ritel sta nelle condizioni che sappiamo, e che uno a uno i lavoratori mi hanno dato ragione. Anche per te vale il discorso fatto per la sig.ra annalisa, Prima di fare di tutta l’erba un fascio, informati …ciao

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