Amatrice, ecco la “Carta dei principi e dei valori” per la ricostruzione

La ricostruzione del centro storico di Amatrice terrà conto di aspetti tecnici e strutturali, urbanistici ed architettonici, ma anche paesaggistici ed ambientali, sociali e culturali.

È questa la sfida del futuro per il paese delle cento Chiese e di padre Giovanni Minozzi, di Cola Filotesio e degli spaghetti all’amatriciana.

Per questo nasce, ad Amatrice, la “Carta dei principi e dei valori” presentata dal consigliere delegato alla ricostruzione Filippo Palombini nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Il documento è stato votato all’unanimità.

Esso pone le basi per una ricostruzione sicura e rispettosa della storia del territorio e garantisce ampia partecipazione della cittadinanza al processo decisionale che porterà alla ricostruzione del borgo.

Saranno rispettati gli edifici storici di pregio e i beni culturali che rappresentano i simboli identitari della storia della Comunità, salvaguardata l’identità architettonica e storica del borgo, valorizzati gli elementi che erano stati compromessi dalle edificazioni recenti e gli elementi storici precedenti che dovessero emergere dalle macerie e dagli scavi, saranno al contempo progettate e integrate tutte le possibili innovazioni.

La popolazione sarà parte attiva di questo processo di ricostruzione, in ogni suo stadio, dalla progettazione alla pianificazione attuativa, al fine di giungere ad una condivisione più completa possibile del futuro del paese.

«L’officina Laboratorio – dice il consigliere Palombini – che sorgerà all’interno del Parco Minozzi, in una struttura donata ad Amatrice dall’attore Enrico Brignano, costituisce una metodologia di pianificazione unica nel suo genere, che individua nella costante partecipazione della popolazione un elemento fondante del processo di pianificazione. All’interno della struttura sarà collocato il plastico di Amatrice, commissionato dalla Fondazione Santarelli di concerto con il Comune di Amatrice e realizzato dall’architetto Marco Travaglini sulla base di una ricerca condotta dall’Università La Sapienza di Roma, professor Alessandro Viscogliosi. Il plastico rappresenta il borgo com’era alla metà del novecento: da esso partirà il progetto di pianificazione. La struttura all’interno del Parco Don Minozzi sarà il luogo fisico, completamente accessibile, in cui la popolazione, i tecnici e il mondo scientifico potranno lavorare in forma partecipativa. La sfida della ricostruzione di Amatrice esula non solo dai nostri confini territoriali e provinciali, ma anche dai confini nazionali. E’ la sfida di un borgo storico e di grande valenza culturale, identità di una comunità estremamente legata al proprio territorio che ha vissuto sulla sua pelle come in 60 secondi sia possibile che la forza della natura cancelli mille anni di storia. Non è un tentativo sterile di un recupero del passato, è una sfida sul futuro della nostra civiltà. La collaborazione del mondo scientifico e delle accademie può garantire tutto questo e la carta e l’officina laboratorio nascono per convogliare tutte queste collaborazioni in un processo che vede la popolazione come protagonista».