Presentato il libro “Guida ai fiori del Monte Terminillo”

Presentato martedì 20 Febbraio presso la Sala Conferenze di Palazzo Dosi il libro “Guida ai fiori del Monte Terminillo” a cura di Enrico Faraglia e Silvano Landi, edito da Pagine. Il volume, incentrato sui fiori e sulle varietà che crescono sul monte Terminillo, è corredato di schede botaniche e variopinte immagini.

Nell’intenzione degli autori, la divulgazione dell’ampia ricchezza di biodiversità, in particolare quelle vegetali, presenti sulla nostra montagna. Una guida che «si occupa di varietà floreali che crescono nelle penombre del bosco, nelle praterie assolate, e di quelle che per sbocciare scelgono anfratti di rocce calcaree o scarpate a ridosso delle strade».

Enrico Faraglia è coordinatore del centro di educazione ambientale Orienteering Terminillo, istruttore nazionale della Federazione Italiana Sport Invernali, Presidente della Federazione Italiana Nordic Walking, nonché grande appassionato dei paesaggi del monte Terminillo, dove vive sin da bambino. Faraglia ha iniziato presto a fotografare tutto ciò che nasce dalla terra, con particolare predilezione per i fiori e i loro colori, che afferma «protendano verso il cielo»: «spero che attraverso questo lavoro, tutti possano godere di una visione reale, colorata e suggestiva di questo patrimonio naturalistico».
Curatore dei testi del volume Silvano Landi, autore di numerose pubblicazioni sui temi naturalistici, ambientali e giuridico-ambientali,socio dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali e membro della Società Botanica Italiana.

«Il Terminillo è una montagna affascinante, e questo lavoro serve a caratterizzare il nostro territorio, ormai trascurato. Un libro che va a colmare una lacuna che si avvertiva – ha dichiarato Landi – , nato per rispondere a questa esigenza». L’autore ha poi spiegato la particolarità di questa guida, caratterizzata dall’ordine e dal colore dato alle schede botaniche, cosicché «il colore dato dal taglio possa aiutare a ritrovare il fiore stesso in quanto richiama la sua stessa sfumatura cromatica».

Per chiudere “in bellezza” l’evento la proiezione di una carrellata di suggestive immagini floreali utilizzate per il libro, con tanto di curiosi aneddoti sull’incanto di questa meraviglia della natura: «un tempo le donne utilizzavano un fiore chiamato “la bella donna” per imbiancarsi la pelle a mò di cipria, oppure se ne servivano per dilatare le pupille e avere occhi più grandi ed aperti».