Zanzare di plastica

Il 2014 inizia con un problema. I primi giorni di gennaio sono state segnalate siringhe gettate per terra in zone della città molto trafficate. Tre gli episodi, in piazze e luoghi frequentate da famiglie e ragazzi di tutte le età.

I media cittadini hanno subito gridato allo scandalo e all’emergenza degrado. Meno male: per un attimo abbiamo temuto il ritorno del problema dell’eroina! Ma se il danno è solo estetico possiamo stare tranquilli. Basterà aggiungere un piccolo bidone e differenziare anche queste disgustose “zanzare di plastica”.

Soddisfatta l’aspirazione alla pulizia delle strade e alla sicurezza di tutti, però, un dubbio ci rimane. Dopo tutto la droga e i drogati ci sono sempre stati. Ma non sarà che la crisi degli ultimi anni stia contribuendo a resuscitare fenomeni dimenticati? Che l’effimero piacere degli stupefacenti stia sostituendo la speranza persa insieme al lavoro? È già successo in passato ed accade oggi in paesi come la Grecia.

«La droga è sempre un surrogato» scriveva quasi quarant’anni fa Pier Paolo Pasolini, precisando: «un surrogato della cultura. La droga serve a sostituire la grazia con la disperazione». È vero, ma c’è anche il gusto della trasgressione. Ogni generazione ha i suoi tabù da valicare. Vent’anni fa fumare a scuola, dieci anni fa di tirare la “coca”. Quello di oggi è il ritorno alla sostanza imperante negli anni ottanta?

Difficile dirlo. Ma anche se Rieti non è lo “Zoo di Berlino” non vuol dire che si possa abbassare la guardia. Visioni superficiali della libertà e falsi rifugi dai problemi non mancano. In questo senso, l’eroina, il fumo o l’alcol conservano il ruolo perverso di formula magica verso l’inumano incantesimo dei paradisi artificiali.

La buona educazione va bene, ma guardando le bottiglie e le siringhe, pensiamo anche a chi le ha scelte quando erano piene, e non solo al fastidio che ci danno quando sono vuote e abbandonate sul marciapiede.

Di Caterina D’Ippoliti e Samuele Paolucci