La Municipale, il Consigliere, il camper ed il buon senso

Il camper della Polizia Municipale dedicato alle frazioni del Comune di Rieti finisce al centro di un caso che coinvolge il Comandante Enrico Aragona e il Consigliere comunale Sonia Cascioli, sua compagna.

L’acquisto fu deciso dal Comune verso la fine del 2011. L’idea era quella di farne una sorta di ufficio mobile. Stabilito un budget, il Comando avviò un’indagine di mercato per trovare un mezzo adeguato allo scopo.

Il veicolo venne poi acquistato da un concessionario di Frosinone. Il problema sarebbe nel precedente proprietario del mezzo. Come confermato dallo stesso Aragona, infatti, apparteneva al padre del consigliere Cascioli, che l’aveva ceduto al rivenditore scalandone il valore dal saldo per un camper nuovo.

I maliziosi, ovviamente, si chiedono se in questi passaggi di proprietà non si annidi un qualche conflitto di interesse. Ma il Comandante smentisce categoricamente: «Quel mezzo – ha dichiarato all’emittente televisiva Rtr – è stato scelto per la sua qualità, funzionalità e basso costo rispetto a quanto presente sul mercato. Il rapporto di acquisto è stato con il concessionario, e non con altri. Chi ci vede ragioni diverse è in malafede e lo fa per altri motivi. Personalmente – ha aggiunto Aragona – sono disponibile ad una perizia per valutare se il Comune abbia fatto un buon acquisto o meno rispetto alle cifre presenti sul mercato».

Tutto bene insomma, o quasi. La vicenda, infatti, non sta mancando di sollevare mormorii e polemiche. Di sicuro va a mettere nuovi argomenti nella contesa tra dirigenti e Giunta e potrebbe anche produrre qualche conseguenza politica.

Non a caso, poche ore fa, il consigliere Cascioli lamentava su Facebook: «in città gira voce che a breve sarò coinvolta in un sensazionale scandalo. Evidentemente è il segno che la mia azione politica sta iniziando a dare fastidio e che i professionisti di una comunicazione malata e asservita sono all’opera».

Al momento c’è poco da aggiungere: l’operazione è stata certamente conclusa nella legalità e sicuramente è stata condotta in buona fede. Ciò nonostante, i cittadini hanno tutto il diritto di nutrire il sospetto che ci sia dietro un qualche altro interesse.

Chi ricopre incarichi rilevanti, infatti, dovrebbe valutare se certe operazioni, oltre che legali, siano anche opportune. Anche in questo, in fondo, risiede il cuore della questione morale. Un risultato che a conti fatti si raggiunge con poco: certe volte basterebbe esercitare un pizzico di prudenza in più, o fare un ragionevole appello al buon senso.

E pazienza se queste cose non si trovano a buon prezzo conducendo scrupolose indagini di mercato.