C’è una “idea di Europa” nel discorso programmatico che Ursula von der Leyen ha presentato al Parlamento europeo nel giorno della sua elezione. Una proposta che taluni hanno giudicato “troppo ambiziosa”, persino “utopistica”: ma se un collegio di commissari che si va insediando non nutrisse ambizioni per l’Europa, quali risultati reali potrebbe sperare di raggiungere? Il “basso profilo” non è quasi mai una virtù in politica; e non si pecca di sguardo elevato, di programmi corposi e lungimiranti, di buone idee da tradurre in fatti. Si tratta semmai di verificare poi sul campo la coerenza tra idee e realizzazioni. Il discorso tenuto il 16 luglio all’Europarlamento di Strasburgo, ha dunque messo in fila una serie di questioni concrete che – pur nella loro articolazione – si possono qui brevemente riprendere per capitoli.
Ambiente in cima alla lista. “La nostra sfida più pressante è mantenere il pianeta sano. Questa è la più grande responsabilità e opportunità dei nostri tempi. Voglio che l’Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050”. Von der Leyen ha qui snocciolato una serie di punti prioritari, ma è la complessiva direzione di marcia che va sottolineata. Il cambiamento climatico incide sulla vita della gente, mette a rischio il futuro dell’umanità, presenta sin da ora un conto salatissimo… Quindi va giustamente posto tra i primissimi punti del programma del quinquennio 2019-2024. Per tale ragione la presidente ha dichiarato che presenterà
un “Green Deal per l’Europa” nei primi 100 giorni in carica;
ha promesso la prima Legge europea sul clima; proporrà un Piano di investimenti per un’Europa sostenibile e trasformerà alcune parti della Banca europea per gli investimenti in una “Banca per il clima”. Per “completare questo lavoro e per garantire che le nostre aziende possano competere su un piano di parità, introdurrò un’imposta sul carbonio alle frontiere europee (Carbon Border Tax) per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”.
Dare ossigeno all’economia. “Abbiamo bisogno di rafforzare la spina dorsale delle nostre economie: le piccole e medie imprese. Sono innovative, sono imprenditoriali, sono flessibili e agili, creano posti di lavoro, forniscono formazione professionale ai nostri giovani”. Da qui la volontà di completare l’Unione dei mercati dei capitali. Al contempo, del Patto di stabilità e crescita si dovrà “sfruttare tutta la flessibilità consentita dalle regole”. Quindi un’azione a sostegno del mercato unico, della tecnologia e digitalizzazione, del mercato dell’energia, dei commerci internazionali. Von der Leyen annuncia un Programma europeo di riassicurazione dei sussidi di disoccupazione che “sosterrà le nostre economie e i nostri cittadini in periodi di shock esterni”. Non dovrebbero neppure mancare più fondi per la Garanzia per i giovani e l’occupazione giovanile.
Capitolo sociale. “Dobbiamo prenderci cura dei più vulnerabili: i nostri figli. Dobbiamo combattere la povertà. Come madre di sette figli so bene che fa la differenza per tutta la vita se i bambini hanno accesso all’istruzione, allo sport, alla musica, a cibo sano e ad un ambiente amorevole”. Ed ecco alcune delle proposte avanzate: una Garanzia per i bambini (“per contribuire a garantire che ogni bambino in Europa a rischio di povertà ed esclusione sociale abbia accesso ai diritti più fondamentali come l’assistenza sanitaria e l’istruzione”); un piano d’azione per dare finalmente vita al Pilastro dei diritti sociali; la piena parità di genere (a cominciare dal Collegio dei commissari).
I valori dell’Europa. “Lo stato di diritto è – secondo la presidente – lo strumento migliore per difendere le libertà e proteggere i più vulnerabili nella nostra Unione. Questo è il motivo per cui non ci possono essere compromessi quando si tratta di rispettare lo stato di diritto”: un avvertimento a Stati come Polonia, Ungheria, Slovacchia recentemente richiamati dalla Commissione Juncker. Stato di diritto significa democrazia reale, amministrazione pubblica efficiente al servizio dei cittadini, magistratura indipendente dal potere esecutivo, libertà di espressione, libertà dei media, tutela delle minoranze, libertà religiosa…
Il problema migratorio. “Negli ultimi cinque anni, oltre 17mila persone sono annegate nel Mediterraneo, che è diventato una delle frontiere più letali al mondo. In mare esiste il dovere di salvare vite umane e nei nostri Trattati e convenzioni è previsto il dovere giuridico e morale di rispettare la dignità di ogni essere umano”. Una frase questa, del primo discorso al Parlamento, che è stata rilanciata da tutti i media europei.
“L’Unione europea ha bisogno di confini umani. Dobbiamo salvare, ma salvare non basta”,
ha dichiarato Von der Leyen. Qui arriva l’impegno a ridurre la migrazione irregolare, combattere i contrabbandieri e i trafficanti, senza trascurare la tutela del diritto di asilo e il miglioramento della situazione dei rifugiati (anche attraverso i corridoi umanitari). “Proporrò un nuovo Patto su migrazione e asilo, compreso il rilancio della riforma di Dublino”.
Quale Unione? Nel programma di Ursula von der Leyen (un documento di 25 pagine) non si trascurano i punti in discussione da anni a Bruxelles e nelle capitali europee (anche se qualche capitolo è parso sotto tono, come quello relativo alla Politica agricola comune). Ad esempio la difesa comune, l’equità fiscale, l’istruzione (triplicare i fondi per l’Erasmus), le questioni di politica estera (“dobbiamo avere il coraggio di prendere decisioni di politica estera a maggioranza qualificata”), il Brexit (assegnando, se necessario, più tempo a Londra pur di giungere a una uscita ordinata dalla Ue). Interessante la parte dedicata alla “nuova spinta per la democrazia europea”, che rimetta i cittadini al centro del progetto comunitario. “Voglio che i cittadini europei svolgano un ruolo guida e attivo nella costruzione del futuro della nostra Unione. Voglio anzitutto che possano dire la loro in una Conferenza sul futuro dell’Europa, che inizi nel 2020 e duri due anni”. In secondo luogo, occorre lavorare in stretto accordo tra Commissione e Parlamento “per migliorare il sistema degli Spitzenkandidaten”. Terzo, la presidente dichiara di sostenere il diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento europeo. Si tratta di tre proposte ritenute “tecniche”, ma si rivelerebbero passi necessari per smuovere l’Ue, per assegnare più potere al Parlamento rispetto ai governi dei Paesi membri. Insomma, piccoli passi per un più deciso balzo in avanti.
Il programma è disponibile qui: https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/political-guidelines-next-commission_it.pdf