Pastorale familiare

Una spiritualità coniugale incarnata: il messaggio della Pasqua per le coppie

Durante l'evento "Mettimi come sigillo sul tuo cuore – Pasqua e coniugalità" organizzato dall’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare, don Luca Andreani ha guidato 35 coppie nell'esplorare la spiritualità coniugale alla luce della Pasqua

Una spiritualità coniugale incarnata, densa, piena di significato: questo è il messaggio che si è levato forte e chiaro domenica scorsa, 7 aprile, durante l’evento “Mettimi come sigillo sul tuo cuore – Pasqua e coniugalità”, la giornata per fidanzati, coppie, sposi e famiglie organizzata dall’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare presso il Centro Pastorale “San Michele Arcangelo” di Contigliano. Guidate nella riflessione mattutina da don Luca Andreani (coordinatore della pastorale vocazionale, giovanile, famigliare e della diaconia presso la diocesi di Terni), le 35 coppie presenti hanno esplorato le dinamiche della spiritualità coniugale in chiave pasquale a partire da due stimoli, due fili rossi che hanno attraversato tutta la giornata: il Vangelo della Domenica in albis, al cui centro si pone la figura di Tommaso e il suo incontro con il Risorto (cfr. Gv 20,19-31); il brano delle nozze di Cana (cfr. Gv 2,1-11), che don Luca Andreani ha riletto e attualizzato per cercare di introdurre le coppie al significato profondo del matrimonio e della natura pasquale di questo sacramento.

Secondo don Luca Andreani, il matrimonio è luogo della Pasqua, luogo di passaggio, di svolta: «Quali svolte ci sono state nel vostro “Eccomi” al Signore?», ha chiesto il relatore alle coppie, e in particolare alle coppie dei fidanzati presenti e per le quali questo incontro chiudeva il corso di preparazione al sacramento del matrimonio. Domanda provocatoria, perché impone, come durante le nozze di Cana, «di aprirsi all’intervento del Signore e di Maria nella propria vita».

Il ruolo della preghiera, nella coppia, è vitale, «alimento per l’alleanza matrimoniale», «giara di purificazione». In tal senso, ricorda don Luca Andreani, «la preghiera esplicita e aiuta a reggere anche nelle prove, seguendo una dinamica che è chiaramente pasquale». Il relatore ha anche invitato le coppie, giovani e meno, a ricordarsi di «creare casa, cioè un ambiente vitale e vivace, aperto, a partire dai parenti e dagli amici», arrivando ad essere «al servizio della famiglia umana». Guardando alle dinamiche interne alla coppia, inoltre, don Luca Andreani ha sottolineato come «non è realistico affermare che tutto è ok. Non c’è mai un momento della nostra vita in cui tutto va bene. Proprio per questo che dobbiamo mantenere uno sguardo reale ma anche fedele, che non abbandona, ma che apre e porta al “per sempre”».

Nel corso della sessione pomeridiana dell’incontro a catturare l’attenzione dei partecipanti è stata la testimonianza di vita coniugale e spirituale di Diego Incitti e Isabella Lombardi, una coppia di sposi, genitori di cinque figli, appartenenti alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Nel loro intervento hanno ripercorso la loro storia personale e familiare, fatta di scelte coraggiose, scelte nate sotto il segno di una parola, quella di At 2,44: «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune». Questo loro desiderio di comunione si è fatto quindi vocazione e carisma, forza propulsiva per vivere una spiritualità che si è incarnata nell’apertura della loro famiglia e, in senso letterale, della loro casa a coloro che si trovano in stato di povertà e bisogno, materiale e spirituale. Diego e Isabella, nella loro esperienza quotidiana di coppia e di famiglia, hanno saputo “allargare la tenda” della loro famiglia, una realtà alla cui base e origine vi è, tra moglie e marito, un rapporto che, secondo Diego, «non è di sola attrazione, che pure ci deve essere», ma soprattutto «un rapporto di vera e profonda amicizia».