«Di Francesco parla anche la sua morte: parla di Dio»: il vescovo Vito commenta così la lettura dei brani delle Fonti Francescane che, intervallati da canti, silenzi e meditazioni, ripercorrono gli ultimi momenti di vita del Poverello, in quel sabato sera di inizio ottobre di quasi ottocento anni fa alla Porziuncola. Nella terza sera delle celebrazioni dell’Ottobre francescano reatino, dopo aver guidato, nelle sere precedenti, i momenti svolti alla Foresta e a Poggio Bustone, monsignor Piccinonna è giunto a Fonte Colombo: qui la consuetudine vuole si svolga la celebrazione del Transito di san Francesco, facendo memoria di quella sera in cui l’assisiate andò all’incontro con Sorella Morte.
Nella chiesa del santuario si sono radunati in tanti, ponendosi in ascolto dei testi che rievocano quei momenti che costituiscono, sottolinea don Vito, un insegnamento non inferiore a quello dell’intera vita del santo: «La vita e la morte di Francesco, parlano di Dio, parlano dell’uomo, parlano del compito e del dono della fraternità».
«E mentre ricordiamo la sua morte – ha detto ancora il vescovo – dobbiamo ripensare alla nostra morte. C’è una morte più dura di quella fisica che è la morte del nostro “io”, che ci impedisce di vedere ma anche il “tu” dei fratelli». E Francesco che muore scegliendo di essere deposto nudo sulla nuda terra ci trasmette un ulteriore messaggio: «Francesco muore come è vissuto: nudo, non ripiegato su sé stesso». E non è un caso, ha concluso Piccinonna, che Francesco volle farsi leggere in punto di morte il brano del Vangelo di Giovanni che narra la lavanda dei piedi, concludendo la sua esistenza segnata da uno spirito di donazione totale.
Dinanzi all’altare, e all’icona del santo che vi era esposta, i frati francescani presenti si sono uniti nel canto del Salve sancte pater, l’antifona rivolta al loro fondatore, per accendere un lumino posto dinanzi alla sua immagine, gesto poi compiuto da tutti i presenti come omaggio a colui che costituisce una vera luce: per l’Italia che lo invoca come patrono, per il mondo intero che ne segue il messaggio di fraternità universale, ma particolarmente per la terra reatina benedetta dalla memoria del suo passaggio.
Come momento centrale delle celebrazioni francescane in Valle Santa, oggi pomeriggio ci si ritrova tutti nella basilica di Sant’Agostino (che da un po’ fa da “succursale” alla chiesa di San Francesco impegnata dai lavori di restauro) per la solenne Eucaristia presieduta dal vescovo alle ore 18. Domenica 8, invece, l’ultimo appuntamento sarà nel pomeriggio al santuario di Greccio.