Sebastiani e Festuccia: Assessore, una decisione dovremo prenderla!

Comune di Rieti

Oggetto, in questi ultimi giorni di fine maggio, di legittime prese di posizione da parte della classe politica e del sindacato, il tema della realizzazione del nuovo istituto alberghiero, sembra sia diventato l’unico terreno di scontro o di  confronto, a seconda dei punti di vista, nell’erronea convinzione che il vero rilancio dell’economia cittadina passi per l’approvazione, in consiglio comunale, della variante al piano regolatore.

Riteniamo più corretto parlare in questo caso di sanatoria piuttosto che di variante, visto che l’Amministrazione Provinciale di Rieti è stata così solerte nell’andare incontro alle esigenze degli studenti del “Costaggini” che ha già da tempo appaltati i lavori, non restando certo sorda al richiamo di un imprenditore in difficoltà,  al quale è andata immediatamente incontro acquistandogli, di fatto, nel 2011, attraverso lo strumento del leasing immobiliare, un immobile (l’attuale convitto) che a quell’imprenditore era rimasto sul groppone.

Conoscendo perfettamente le norme e i conseguenti vincoli edificatori introdotti dal Pai, redatto nel 2002 ed entrato in vigore nel 2007, quindi prima della data di acquisto e ben sapendo che andremo ad edificare un istituto sottodimensionato rispetto alle esigenze, non ottenendo il risparmio sperato poiché avremmo comunque bisogno di una succursale per la quale continueremmo a pagare canone di affitto.

Tornando però a bomba, come si suol dire, crediamo di poter ragionevolmente affermare che, in realtà, questo della realizzazione del nuovo plesso scolastico sia soltanto uno dei tanti argomenti che dovrebbero animare il dibattito politico, a distanza di un anno dall’insediamento della nuova Giunta comunale e di un Consiglio comunale rinnovato per oltre 2/3.

I lavoratori, gli imprenditori che ancora hanno la forza e la volontà di investire in questa città, i cittadini tutti si chiedono quale sia il programma urbanistico di questa amministrazione atteso che, se l’Assessore Cecilia legittimamente pensa che le idee e i progetti calati sul tessuto urbano dalla precedente amministrazione non siano di suo gradimento e ritiene di averne altre migliori, allora ritengo che sia giunto il momento di farle conoscere alla città.

Dopo però aver dato credibili risposte in merito ai 32 progetti fermi dentro i cassetti degli uffici e che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbero dare nuovo lustro ad alcune aree interne della città, che mancano di definizione architettonica e per le quali il nuovo piano regolatore è stato inclemente.

Importante esempio di connubio tra pubblico e privato, i cosiddetti programmi  integrati di intervento, hanno lo scopo di riqualificare il tessuto urbano, edilizio e ambientale.

Non solo le zone dell’ ex Zuccherificio e dell’ ex Snia, ma quella in fondo al viale Matteucci ricompresa tra il Centro Commerciale Perseo e l’Hotel Serena, tutta l’area che insiste sotto la frazione di Maglianello Basso, quella situata alle spalle della Coop. Futura, dove oggi trova ubicazione la concessionaria Ford, e quella che ancora parzialmente ospita la sede dell’Asm in via Tancia.

L’Amministrazione ha chiesto a questi imprenditori recentemente il rinnovo delle fideiussioni bancarie per mantenere in vita i progetti e che, se esaminati ed eventualmente approvati, porterebbero nelle casse comunali qualcosa come tre milioni di euro soltanto di oneri di urbanizzazione.

Per non parlare di futuri introiti per Imu, Tares, e subito occupazione nel settore edile e a tutto il suo indotto.

Attendono risposte, assessore, anche i cittadini e gli imprenditori intenzionati ad investire lungo l’asse tra via Porrara e via Angelo Maria Ricci se solo si realizzassero i 3 comprensori in attuazione del nuovo piano regolatore. E sarebbe una manna anche per il comune reatino visto che di quei terreni il 60 per cento diventerebbe di proprietà dell’ente e il 40 resterebbe ai privati. Con logica conseguenza che il Comune potrebbe a sua volta decidere di reimmettere sul mercato la sua proprietà.

Se queste idee non potessero essere messe in pratica, si decida allora di percorrere una strada alternativa.

In un un caso o nell’altro una decisione, caro Assessore Cecilia, alla fine, dovremmo pur prenderla, forse sbagliando, ma nella consapevolezza di aver comunque pensato e fatto qualcosa. Si è sicuramente meno colpevoli facendo e commettendo degli errori, che non pensando e non decidendo nulla. Saremmo accusati di commettere un grave peccato di omissione.

Le consulte cittadine, la città dei bambini, il garante per i diritti dei detenuti,  lo spazio famiglia, la concessione della cittadinanza onoraria ai bambini nati sul territorio nazionale sono tutte idee pubblicitariamente efficaci ma prive di sostanza intesa come esigenza reale e concreta di fornire risposte ad una città moribonda che ha fortemente bisogno di invertire, al più presto, la rotta.

Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri comunali Andrea Sebastiani e David Festuccia.