Chiesa di Rieti

Santa Filippa modello dei cristiani

Festa grande a Borgo San Pietro in onore di Santa Filippa Mareri con la Messa presieduta dal vescovo e la processione verso il lago per il consueto omaggio al monastero sommerso. Presente anche il ministro Sangiuliano

Forti esplosioni sul lago. In questo periodo incerto, per un attimo la mente corre a quelle ben più pericolose della guerra in Ucraina, quando si avvicina il primo anniversario dall’invasione russa. Ma sono i boati della festa in onore di santa Filippa Mareri a Borgo San Pietro, quando ormai i fiori galleggiano sulle acque del Salto all’altezza del vecchio monastero, sommerso con la creazione dell’invaso artificiale.

L’eco dei fuochi artificiali risuona nella valle portando come un annuncio di gioia e liberazione. È infatti la prima volta che la ricorrenza dedicata a una figura centrale per l’intero Cicolano viene vissuta con pienezza, nella sua forma consueta, da quando la pandemia ne aveva compresso le forme. Lo si vede anche dalle piccole cose, come le bancarelle in piazza e le donne che in attesa della Messa cercano di spuntare qualche buon affare.

Chiesa al massimo della capienza per la Messa presieduta dal vescovo Vito. Tante anche le autorità: non solo gli amministratori locali, il Prefetto, ma anche i vertici delle forze dell’ordine e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in prima fila ma con discrezione, da cittadino acquisito di Petrella Salto.

«I santi sono frecce che indicano Gesù», spiega don Vito, felice di vivere per la prima volta la grande devozione per Filippa Mareri. La Parola domenicale è tra le più radicali del Vangelo, è l’invito ad amare i propri nemici. Ma il vescovo mette in guardia dalla tentazione di vivere solo le pagine facili, di concedersi un cristianesimo annacquato, quasi fosse un galateo. I cristiani sono infatti coloro che vivono una vita «meravigliosa», o meglio ancora «paradossale», capace cioè di suscitare lo stupore degli altri nel suo continuo tentativo di superare la propria umanità «ancora impastata di egoismo, di orgoglio, di rancore».

E senza nascondersi dietro alla scusa della cattiveria del mondo, dell’esporsi al ridicolo, del rischio di passare per fessi ogni volta che si cerca di migliorare i comportamenti e le relazioni. Testimoni di questa strada alternativa sono proprio i santi come Filippa, la cui vicinanza alla nostra terra non deve inorgoglire, ma responsabilizzare, essere motivo di conversione. Un cammino di cambiamento simboleggiato bene dalla processione verso il lago: uno scendere verso le sorgenti, l’origine della propria storia, per poi risalire trasformati, più consapevoli di sé.

Nel frattempo raggiungono Borgo San Pietro un po’ tutti i sacerdoti della zona pastorale, conclusi i loro impegni in parrocchia. Sulla soglia del santuario, prima della benedizione con la reliquia di santa Filippa, dal vescovo Vito ancora un ringraziamento a tutti i presenti e soprattutto alle suore, che si nutrono del carisma della fondatrice e animano instancabilmente la comunità di tutta la valle. Poi la festa prosegue in piazza, prima che ciascuno torni a casa, in un’assolata domenica di febbraio.