Sanità in crisi, l’Ugl: «lo avevamo annunciato e scritto»

«Di fronte all’ennesimo infausto bollettino sulle condizioni della nostra sanità, sarebbe facile dire “lo avevamo annunciato e scritto” e muovere un ennesimo quanto ormai inutile avvertimento. Specialmente se si considera che il nostro Sindacato, sin dall’inizio della gestione Gianani e in aperto dissenso anche con la Presidente della Regione, non ha mancato nelle poche occasione in cui è stato convocato “ob torto collo” dalla Direzione Asl e puntualmente sulle testate rispettose della “par condicio”, di proporre soluzioni realistiche e professionali ai problemi della sanità reatina».

Lo si legge in una nota firmata da Maurizio Angeloni, Segretario UGL Medici Rieti e Consigliere Naz. UGL Medici, e da Marco Palmerini Segretario Generale UGL Rieti. «Tuttavia – proseguono i due sindacalisti – essere stati ed essere fuori dal tradizionale gioco degli altalenanti quanto inutili confronti, dalle logiche di carrierismo legate alle alleanze politiche, dagli interessi economici personali vincolati alle deleghe, ci ha permesso e ci permette di continuare a denunciare un approccio gestionale e organizzativo che, se si è dimostrato incompetente sul piano della soluzione dei problemi della sanità reatina, non altrettanto è stato nel gestire i propri interessi, quelli degli amici e degli amici degli amici, nel silenzioso e complice disinteresse della politica locale e regionale».

«Per questo, certi di non essere né detrattori né mistificatori di una realtà che non solo la stampa ma i cittadini stessi non mancano di denunciare ogni giorno, ci rivolgiamo al Presidente della Regione Lazio perché affronti i problemi della sanità reatina con uno sguardo rivolto non ad effimeri interessi della politica e delle lobby professionali, che pur grande responsabilità hanno nello sfascio dei nostri servizi sanitari, ma alla ormai improrogabile necessità di sostituire una classe dirigente rivelatasi troppe volte non all’altezza, consapevole che già dal prossimo ottobre entrerà in vigore la normativa europea sulla libera circolazione su tutto il territorio della UE dei pazienti bisognosi di cure ospedaliere. Questo appuntamento infatti – concludono Angeloni e Palmerini – non farà altro che aggravare la situazione locale (probabilmente anche quella nazionale) moltiplicando la mobilità passiva verso strutture oltre confine, qualitativamente più all’altezza dei bisogni dei cittadini, aumentando il deficit sanitario delle regioni e ipotecando sempre più il bilancio della famiglie con nuove e tasse e balzelli».