Basta con le riforme: dell’art. 138 e di tutti gli altri

I casi della vita hanno condotto la mania per le riforme verso il povero, ed un tempo sconosciuto, articolo 138 della Costituzione italiana. Un destino che ha inevitabilmente prodotto le due solite fazioni: da un lato i favorevoli, dall’altro i contrari. Noi, lo dichiariamo subito per non creare equivoci, siamo contrari.

Ed in questo ci troviamo in compagnia degli attivisti del MoVimento 5 Stelle. Sabato e domenica, infatti, sotto palazzo Dosi è comparso il gazebo per le firme dei Grilli Parlanti (l’unico, vero, autentico MoVimento 5 Stelle a Rieti, ci tengono a far sapere).

Bene: la difesa dell’articolo 138 è una buona battaglia e va incoraggiata. Quelle poche righe sono una sorta di “valvola di sicurezza”, pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione. Con l’aria che tira è meglio tenersele strette.

Lo stesso MoVimento, infatti, pur volendo salvare il procedimento con cui si cambia la Carta, non vuole mica tenersela così com’è.

Ad esempio metterebbe volentieri mano al numero dei Parlamentari (art. 56 e 57), ovviamente per ridurlo, e al principio del mandato senza vincolo per gli eletti (art. 67).

Entrambe le misure ci sembrano da evitare. Forse i pentastelluti non se ne sono accorti, ma con la scusa di ridurre i costi ed evitare ribaltoni, si andrebbe a favorire la concentrazione del potere in poche mani. E, per inciso, si renderebbe più facile il lavoro delle lobby. Pochi parlamentari, “fedeli alla linea” per principio costituzionale, farebbero la gioia di ben noti gruppi di pressione, altro che rispondere al programma e ai cittadini!

Grillo è un genio delle istituzioni? Credeteci pure. Il nostro futuro è scritto nel video “Gaia” di Casaleggio? Se lo dite ci sta bene.

Ma se vi cercano per modificare la Costituzione siate prudenti. Ragionare con la pancia su cose scritte con la testa può essere pericoloso. Vale per l’art. 138, ma vale pure per tutti gli altri.