Rieti è diventata sempre più lo sfogo di giovani che per pigrizia, sfrontatezza o semplicemente maleducazione imbrattano muri, monumenti e vie del centro storico. L’ultima comparsa risale ad una settimana fa e colpisce la già più volte vittima piazza San Francesco; molti infatti ricorderanno le scritte che per lungo tempo hanno deturpato il muro antistante il liceo scientifico Carlo Jucci.
Sembra proprio che non vi sia pace ed ecco che nuove scritte hanno fatto la loro comparsa; stavolta il gesto sconsiderato si è spostato dai muri al pavimento in travertino. Un bel rosso fiammante, che in contrasto con il bianco del mattonato, ci ricorda quanto tale Sasha non sia poi una così brava ragazza. E se l’autore rimane ignoto, è certo che in nessun modo si deve definire l’accaduto come l’atto di una bravata, magari di un giovane particolarmente votato alla condivisione della sua concezione del mondo e delle donne.
Il problema tuttavia è generale: sebbene l’accanimento contro piazza San Francesco risulta essere particolarmente forte, è pur vero che ormai scritte di tal genere si possono leggere in ogni angolo del centro storico, e non solo; il Ponte Romano e piazza Mazzini sono soltanto altri due esempi di luoghi violati.
Ragazzetti armati di bomboletta spray si credono trasgressivi nel danneggiare il patrimonio comune; infatti, che sia un muro o un monumento, è opportuno ricordare che nel momento stesso in cui si compie tale gesto, ad essere violato è un bene pubblico, appartenente all’intera popolazione. E deturpare con scritte, spesso oscene, l’ambiente architettonico nel quale viviamo equivale a condannare al degrado visivo e culturale la stessa città.
A scuola, nelle rarissime ore dedicate ad una materia in realtà estremamente importante, ovvero educazione civica, veniva insegnato che sporcare la propria città è come sporcare la propria casa. Nessuno vorrebbe che ciò avvenisse, eppure i fatti dimostrano che non è così. Si sa, la consapevolezza si acquisisce con l’età, ma l’età non può e non deve giustificare il gesto in sé e per sé, anche perché si tratta di un alibi talmente abusato da rimanere, al giorno d’oggi, quasi inascoltato. È un problema di educazione, sempre più carente nelle giovani leve della società, e Rieti ben si adegua al trend nazionale con atti vandalici di tutti i tipi, non ultimo, appunto, quello della scritta presso la piazza di San Francesco, vera e propria opera di inciviltà.
E non rimane che aspettare pazientemente il lavoro di ripulitura, con la speranza che il Comune di Rieti intervenga al più presto per mettere mano ad uno scempio che rovina uno degli scorci più caratteristici della nostra città, perché si possa tornare a camminare su un mattonato pulito, magari a testa bassa perché immersi nei propri pensieri e non perché intenti a leggere le vicissitudini di un amore non corrisposto. Per il resto, possiamo solo consigliare all’autore anonimo di comprare, per la prossima occasione, un diario e non una bomboletta spray, in modo tale che i suoi pensieri rimangano segreti e la città più pulita.