Rieti e la battaglia del latte

Coldiretti scende in campo in merito alla vicenda legata al prezzo del latte bovino. Lo fa difendendo gli agricoltori con una proposta concreta per rispondere al nuovo abbassamento del prezzo del latte che, unito alle tasse imposte dal governo Monti e Imu, crea un grave problema ai produttori. Nell’ultimo periodo Coldiretti si era battuta per innalzare il prezzo del latte. Da due anni il prezzo del latte era salito da 35 a 42,50 centesimi.

Sul tema la Coldiretti ha partecipato ad un tavolo di confronto con il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli per trovare un accordo comune.

E la Provincia si è detta decisa ad affiancare Coldiretti nella battaglia come deciso proprio al termine dell’incontro con l’assessore all’agricoltura, Oreste Pastorelli. Il direttore di Coldiretti Aldo Mattia si è detto molto soddisfatto di «poter portare avanti questa battaglia con la Provincia al nostro fianco e ancora una volta l’assessore Pastorelli si è dimostrato vicino alle nostre iniziative dichiarando che anche in questo caso non si tirerà indietro».

Gli agricoltori reatini hanno individuato, proprio insieme a Coldiretti, le linee guida della protesta rivolta contro la politica portata avanti dai grandi gruppi industriali.

La soluzione, come spiega Aldo Mattia, è legata alla possibilità che «i produttori di latte bovino diventino proprietari della centrale del latte di Roma in modo tale che anche gli agricoltori del settore possano avere riscontri concreti ed essere ripagati dei tanti sacrifici fatti». Prima dell’incontro in Provincia la Coldiretti aveva promosso una serie di incontri con le cooperative produttrici di latte del Lazio per un totale di oltre mille imprenditori agricoli specializzati nel settore della zootecnica da latte bovina.

Alle imprese è stato chiesto di battersi per diventare proprietarie del latte prodotto grazie all’acquisto delle azioni della centrale del latte di Roma, che è tornata di proprietà del Comune di Roma. Per questo è stato richiesto anche un incontro con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno cui verrà proposto di far diventare la Centrale del Latte proprietà delle cooperative, affidandola a un grande manager, grazie all’appoggio di Creditagri Italia, l’istituto di credito agricolo.

Secondo il direttore di Coldiretti «serve un cambio di passo per non trovarsi ogni volta a dover fare i conti con gli industriali che decidono un prezzo e lo applicano, senza tenere conto qualità, tracciabilità e dei sacrifici degli allevatori. Per questo l’unica alternativa è che i produttori diventino padroni del loro latte e questo vale anche per il Reatino dove altrimenti potremo dire addio alla zootecnia». E ciò non sarebbe un bene visto che in tutta la provincia ci sono circa cinquecento imprese produttrici di latte e la riduzione del prezzo del latte creerebbe problemi allo sviluppo agricolo in tutto il Reatino con la chiusura di molte aziende produttrici di latte bovino.

Oltre alla Provincia ed alla Coldiretti anche la Confederazione italiana agricoltori di Rieti si erge a tutela dei produttori di latte della provincia e al taglio dei costi che cade come una mannaia sulla già critica situazione delle aziende di Rieti alle prese con tasse, vedi Imu, e il rincaro dei prezzi legati alla produzione e al trasporto. «Non si può più andare avanti con quello che non sbagliamo a definire un vero e proprio attacco indiscriminato verso i produttori di latte» scrivono in una lettera dalla sezione provinciale.

In effetti in questi giorni le imprese agricole si trovano a dover lottare nuovamente contro la diminuzione del prezzo del latte e allo stesso tempo a doversi barcamenare tra un sfilza di tasse e costi aggiuntivi che rendono difficile la sopravvivenza delle aziende. Dall’altra parte c’è invece il comparto industriale che sceglie arbitrariamente di abbassare il prezzo del latte senza tenere in minima considerazione il periodo di profonda crisi con cui devono fare i conti ogni giorno i produttori.

Al termine di incontri, confronti e tavoli la cosa che è chiaramente emersa è che ad essere tutelati, oggi, sono proprio i produttori e gli allevatori che ogni giorno devono affrontare mille difficoltà per sopravvivere.