Rieti, città dolente e indifferente

È stato un piccolo ma deciso corteo quello che questa mattina ha animato la manifestazione indetta dalla Diocesi per aprire una riflessione sulla crisi della città. Una crisi che ha il suo tratto più visibile nella sofferenza dei lavoratori dell’industria, ma anche nella difficoltà del settore commerciale.

Ed infatti la breve marcia degli operai ha ricevuto il supporto di Confcommercio. I negozi del centro hanno esposto le locandine con il tema della manifestazione e mostrato un segno di partecipazione abbassando le serrande al passaggio del corteo, mentre Leonardo Tosti, presidente dell’associazione di categoria, è sceso in strada e ha marciato con i lavoratori.

Abbiamo tutti lo stesso problema”: questa la provocazione della mattinata. Uno spunto di riflessione che la Chiesa reatina ha lanciato nel tentativo di stimolare la costruzione di un fronte comune per contrastare il declino della città. In piazza e in strada sono scesi insieme molti lavoratori della Schneider Electric, i rappresentanti dei sindacati e quelli delle istituzioni. Sono stati affiancati dal direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e del Lavoro don Valerio Shango e dal sindaco Simone Petrangeli.

Ma per una diffusa consapevolezza, per una larga e sentita partecipazione ai problemi, per dare corpo all’idea che le soluzioni alla crisi non possono che essere collettive, sembra esserci ancora molta strada da fare.

Ovviamente una manifestazione non basta. Ci vorrebbe un serio impegno nelle fabbriche, nelle parrocchie, nelle scuole, negli uffici, nelle associazioni, nelle famiglie. Sarebbe necessario sostituire l’inutile individualismo e la sterile tendenza corporativa dei nostri giorni con un clima di sincera solidarietà.

Il tema è facile da lanciare. Ma nella nostra città, per metà dolente e per il resto indifferente, ci sono le forze per raccogliere la sfida?