Ricostruzione

Ricostruzione, il vescovo sul decreto del Governo, “misure positive, meglio tardi che mai”

Il vescovo Domenico commenta le misure approvate dal Governo per risollevare le regioni del Centro Italia colpite dal sisma del 2016

“Meglio tardi che mai. Sono misure positive che vanno nella direzione auspicata da tempo e che danno risposte concrete”. È il commento rilasciato dal vescovo Domenico sulle misure approvate dal Governo per risollevare le regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) colpite dal sisma del 2016. Tra queste la proroga per tutto l’anno prossimo, fino a fine 2020, dello stato d’emergenza e l’adozione di ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni.

In forte ritardo

Il vescovo di Rieti, nella cui diocesi si trovano alcuni dei centri più segnati dal sisma come Amatrice e Accumoli, tuttavia, segnala “che dopo tre anni abbondanti siamo ancora a discutere su come progettare l’eventuale ricostruzione. Questo dice anche del difficile rapporto che c’è stato tra Governo centrale e istituzioni locali. La fase dell’ascolto è stata troppo lunga”, rimarca mons. Pompili, per il quale “occorreva intervenire prima, sia per quel che riguarda il prolungamento dei benefici fiscali sia per ciò che concerne l’autocertificazione per favorire e intensificare la ricostruzione, che stenta a muoversi per la sensazione di eccesso di burocrazia che taglia le gambe a qualsiasi persona”. La proroga, fino a tutto il 2020, dello stato d’emergenza è, afferma il presule, “una misura interessante che, però, non deve farci adagiare su un’idea di emergenza continua. Dobbiamo, piuttosto, trovare la strada per affrontare e sciogliere i nodi irrisolti”. “In questi tre anni, aggiunge, “è prevalso un criterio politico e partitico che fa del sisma la bandiera dell’una o dell’altra parte. Occorrerebbe, invece, che diventasse una questione trasversale e super partes, dietro la quale tutti indistintamente dovrebbero accodarsi. Vista la precarietà del quadro politico sarebbe impossibile pensare che una sola forza politica si intesti in toto una questione così complessa come la ricostruzione che se va bene occuperà qualche decina di anni”.

Sulla ricostruzione dei luoghi di culto l’impegno della diocesi

Per ciò che riguarda i beni culturali ecclesiastici mons. Pompili ricorda che “siamo fermi alla ordinanza n. 84 del 10 luglio 2019, “Approvazione del secondo Piano degli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino degli edifici di culto nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”. “Grazie a questa ordinanza che va nella direzione della ricostruzione definitiva – ricorda mons. Pompili – le diocesi potranno assumere il ruolo di soggetto attuatore e gli interventi saranno di fatto equiparati alla ricostruzione privata. Ciò carica la Chiesa di una grande responsabilità che comporta una serie di scelte, anche pratiche, per creare un team di professionisti capaci di portare avanti, sul piano legale, tecnico e amministrativo questa opera. Si tratta di una cosa assolutamente necessaria perché lo abbiamo visto con la messa in sicurezza. Nella nostra diocesi abbiamo messo in sicurezza 75 chiese mentre i comuni e ministero insieme poco più di una ventina. Il che sta a dire che se non si muove la Chiesa direttamente ‘gli edifici di culto’ sono destinati a cadere. Grazie a questo decreto si stanno avviando tutte le procedure per aprire i cantieri in vista della ricostruzione definitiva di un certo numero di chiese”.

Le misure del decreto del Cdm

l decreto-legge dispone la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza del sisma che ha colpito i territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Il testo introduce ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici.

Misure fiscali

Il decreto accoglie le richieste manifestate dai territori interessati, la riduzione del 60% degli importi da restituire in relazione alla “busta paga pesante”, cioè il taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che erano stati sospesi dall’agosto del 2016 a tutto il 2017 e che non dovranno più essere restituiti in misura integrale ma limitata al 40%.

Ricostruzione

Per la ricostruzione privata, è prevista una procedura accelerata per l’avvio dei lavori basata sulla certificazione redatta dai professionisti. Il controllo non verrà realizzato più a monte sul 100% dei richiedenti, come avviene oggi, ma solo a campione sul 20%. Restano fermi i controlli a campione a valle già oggi previsti dalla legge.

Nel decreto ci sono misure per agevolare l’approvazione dei progetti per la ricostruzione, regolando le modalità e le procedure per la copertura delle anticipazioni ai tecnici e ai professionisti del 50% dei loro onorari alla presentazione del progetto, con la previsione che per tali anticipazioni non possa essere richiesta alcuna garanzia.

Per la ricostruzione degli edifici pubblici, l’attribuzione della priorità va agli edifici scolastici che, se siti nel centro storico, dovranno essere ricostruiti nel luogo nel quale si trovavano, salvo impedimenti oggettivi; in ogni caso, la destinazione d’uso dell’area in cui sorgevano non potrà essere modificata.

Smaltimento macerie

Nuove misure per lo smaltimento delle macerie, con l’obbligo di aggiornamento da parte delle Regioni del piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti, da effettuarsi entro il 31 dicembre 2019, al fine di individuare nuovi siti di stoccaggio temporaneo; in caso di inadempienza, l’aggiornamento sarà realizzato dal Commissario straordinario.

Promozione economica e misure contro lo spopolamento

Sono previste, inoltre, misure anti-spopolamento volte a incentivare gli imprenditori a non abbandonare i territori, come l’estensione al territorio dei Comuni del Cratere della misura prevista a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, chiamata “Resto al Sud” e interventi finanziari a favore delle imprese agricole del territorio.