Regione Lazio: buone idee ma poche risorse

Nella Regione Lazio hanno recentemente visto la luce due progetti contro la violenza, la tratta, lo sfruttamento lavorativo e sessuale delle donne immigrate.

Una mano tesa. Con deliberazione n. 66 del 24 febbraio 2012 la Regione Lazio ha ratificato i progetti “Agar I – Agire e assistere in rete contro la tratta nel Lazio: programma regionale di emersione e prima assistenza” e “Agar II – Agire e assistere in rete contro la tratta nel Lazio: programma regionale di assistenza e d’integrazione sociale”, approvati dalla presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le pari opportunità, e cofinanziati con risorse regionali (www.socialelazio.it). La somma totale stanziata per le due iniziative è di circa 275 mila euro. Gli enti attuatori sono sei, il Dipartimento aree politiche migratorie e integrazione della Regione e cinque associazioni: Ora D’Aria onlus, Parsec cooperativa sociale arl onlus, Differenza donna associazione onlus, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Magliana 80. I progetti prevedono anche la collaborazione delle comunità dei cittadini immigrati, come realtà in grado di facilitare l’incontro tra vittime e servizi.

Scoprire e accogliere.

I progetti agiranno su due fronti: il primo sarà diretto ad avviare azioni di emersione del fenomeno della tratta legata ad attività illegali, sfruttamento lavorativo e sessuale; il secondo vedrà la presa in carico, accoglienza e cura delle vittime. In particolare, i progetti prevedono che specifiche unità di strada intercetteranno le vittime direttamente nei luoghi di sfruttamento, per poi offrire protezione e prima assistenza presso i centri antiviolenza. A questa prima fase farà seguito un percorso che intende favorire l’inserimento sociale e il raggiungimento della piena autonomia, attraverso l’accompagnamento nelle fasi della denuncia e del processo, ma anche l’assistenza legale per l’eventuale ottenimento del permesso di soggiorno, l’assistenza socio-sanitaria, percorsi formativi per l’inserimento lavorativo e assistenza per il rimpatrio assistito. Attraverso questa iniziativa la Regione Lazio si propone di realizzare un sistema integrato che coinvolga le associazioni e gli enti che si occupano e preoccupano del fenomeno, al fine di scrivere linee guida utili a costruire progetti e a definire strategie di contrasto alla tratta.

Più risorse.

Secondo mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, “l’impegno della Regione Lazio nella lotta alla tratta e a favore delle vittime della prostituzione, attraverso il sostegno ai progetti Agar I e Agar II, è certamente lodevole per due motivi: il primo perché pone l’attenzione a sostenere le unità di strada e quindi l’incontro e la relazione con le donne prostituite, oltre che a costruire percorsi di libertà e liberazione sul piano formativo, lavorativo e abitativo; il secondo perché valorizza il lavoro in rete con cinque associazioni sul territorio”. Però, ha aggiunto il direttore della Migrantes, “il limite dei progetti sta nelle risorse a disposizione, veramente esigue per un territorio ampio come il Lazio e per la particolare situazione della tratta a Roma. La somma messa a disposizione per le due iniziative non copre neppure le accoglienze della Capitale”. Mons. Perego ha ricordato che “nel Lazio, secondo un’indagine condotta nel 2009 dalla stessa Regione in collaborazione con l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, si stima la presenza di oltre 4 mila donne vittime di sfruttamento sessuale, di cui almeno 3 mila nella sola Roma. Soffermandoci ancora a Roma, per esempio, il progetto Roxanne ha avuto 7 mila contatti in un anno, 400 donne prese in carico, mediamente 90 accoglienze e 50 inserimenti”. In realtà la crescita della prostituzione, “ritornata sulla strada con rumene e nigeriane in particolare, e negli appartamenti soprattutto con brasiliane, colombiane e cinesi, ma che vede la presenza di donne di almeno 60 nazionalità diverse, richiederebbe uno sforzo maggiore sul piano sociale”. “Come Migrantes – ha concluso il direttore – auspichiamo che i due progetti spingano la rete dei Comuni del Lazio a rilanciare con ulteriori risorse, a tutela di tante donne immigrate, di cui un centinaio anche minori, vittime di tratta”.

Agire uniti.

“Sarà in base alle linee d’azione e al modo di procedere che capiremo la maniera con cui l’istituzione regionale intenderà agire e comprenderemo la portata e l’efficacia dei progetti”, ha detto don Mariano Parisella, delegato regionale delle Caritas del Lazio, commentando l’iniziativa. Per don Parisella “è molto interessante il fatto che la Regione abbia attivato un dialogo con le associazioni e le comunità dei migranti” e “questa sinergia dovrà dimostrarsi molto compatta perché ci troveremo a contrastare una realtà criminale ben strutturata e agguerrita, che farà muro contro l’iniziativa”.