Pompili in Comune. Petrangeli: «superare i confini per costruire una prospettiva comune»

«Sono grato e sorpreso per questo invito che ho accolto volentieri. Sono, peraltro, consapevole di essere qui come ospite e devo solo alla vostra cortesia questa possibilità di essere in questa aula consiliare che ha un forte significato simbolico. Essa, infatti, è il luogo in cui i rappresentanti del popolo decidono per il bene di tutti».

È una posizione di ascolto reciproco che non rinuncia alla differenza dei ruoli quella espressa dal vescovo Domenico Pompili nell’inusuale ruolo di ospite del Consiglio Comunale di Rieti. Un incontro, ha spiegato Gianpiero Marroni, presidente dell’Assemblea, che nasce dal desiderio di molti consiglieri comunali «di trovare un giorno in cui potersi conoscere e confrontare».

E lo stesso Marroni non ha nascosto come questo confronto ricada all’interno di una crisi economica più che decennale, «che ha generato un disagio molto forte nella nostra cittadinanza».

«Come amministratori – ha aggiunto il presidente del Consiglio Comunale – ci troviamo ad affrontare delle vere e proprie emergenze»: cinquantenni espulsi dal mercato del lavoro, una preoccupante disoccupazione giovanile, una diffusa condizione di precarietà.

Marroni ha quindi invocato la necessità di una «alleanza, un rapporto stretto, tra le istituzioni civile e quelle religiose» per battere «gli egoismi che nascono dalle difficoltà, e fronteggiare al meglio le crescenti diseguaglianze sociali, che portano alla frammentazione sociale, ad una “poltiglia di massa”».

Una ricerca d’intesa, che per il sindaco di Simone Petrangeli può essere bene interpretata nella Sala Consiliare, essendo «il luogo in cui si discutono i problemi della comunità e si cercano le soluzioni». Di qui l’opportunità di «convocare un Consiglio Comunale» per far dialogare Diocesi e Amministrazione che «tuttavia conservano la propria autonomia e la propria sfera di competenza».

Ma se si tratta di «costruire insieme il futuro, è bene superare i confini, è bene che le istituzioni civili e religiose vadano oltre se stesse e contribuiscano a costruire una prospettiva comune».

Il terreno comune proposto dal sindaco comprende la «necessità di ricostruire il senso di appartenenza alla comunità» perché «su questo si misura l’efficacia dell’azione quotidiana sia delle istituzioni civili che di quelle religiose».

«Oggi è un’occasione per aprire un dialogo, che sarà sempre fattivo e di grande collaborazione» ha concluso il sindaco, mettendosi in ascolto delle parole di mons. Pompili.

Foto di Massimo Renzi.

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