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Poggio Bustone diventa presepe

Un presepe in cartapesta a grandezza naturale per le vie del paese, dove il visitatore diventa parte integrante di un meraviglioso villaggio presepiale, tra luci soffuse accuratamente disposte, musiche diffuse e scene dei vecchi mestieri della tradizione locale.

Poggio Bustone, il primo locus francescano della Valle Santa Reatina, sempre più identificata come la Valle del Primo Presepe, tra il 9 dicembre e il 6 gennaio torna a rivivere la fantastica esperienza del Presepe monumentale in cartapesta: “Poggio Bustone diventa presepe”.

Giunto ormai alla XXI edizione, conserva ancora intatti i valori, l’entusiasmo, la carica emotiva e l’idea originale di un presepe povero ispirato alle radici e tradizioni del luogo.

Durante il periodo natalizio, passeggiando nei vicoli del piccolo paesino incastonato tra le montagne, con un occhio sempre puntato verso lo stupendo panorama offerto dalla Valle Santa, sembra quasi di udire il picchiettio del martello del calzolaio che ripara un malridotto paio di scarpe, i passi frettolosi della donna che si appresta ad uscire di casa per andare a raccogliere l’acqua con la conca di rame o il fabbro che forgia nel fuoco ferri ardenti.

Risalendo nel silenzio del centro storico, l’eco dei lunghi sospiri viene interrotto dall’armonico rumore del falegname che leviga con perizia dei pregiatissimi tronchi di legno mentre, in lontananza, il suono del flauto del pifferaio che riproduce melodie antiche accompagna un soave e leggero fruscio di paglia inforcata dal mietitore.

Tra le varie icone suscita sicuramente grande interesse, per il profondo significato che richiama, la scena del Perdono che sembra perpetuare la presenza del Santo in questi luoghi in memoria di quel “Buongiorno Buona Gente” rivolto alla popolazione di Poggio Bustone dal poverello di Assisi nell’autunno del 1208.

Tutto ciò fa solo da contorno alla scena centrale della Natività, nella piazza principale del paese, dove un’umile dimora disadorna accoglie Giuseppe e Maria che tendono le mani verso il Figlio di Dio, ve-nuto al mondo in una grotta buia e spoglia, riscaldata dalla paglia e dal fiato del bue e dell’asinello.
La presenza di elementi come la cartapesta, il legno di scarto, le tavole usate, le schegge dei tronchi, le cortecce staccate dagli alberi e le stoffe sporche e strappate, forniscono l’unica chiave di lettura, quella di un presepe semplice, essenziale, così come Francesco amava festeggiare il Natale.

Il percorso presepiale si snoda dal centro storico fino a raggiungere il Piazzale delle Missioni Francescane, dove un altro monumentale presepe a grandezza naturale si articola in varie scene tra le stanze del Romitorio Inferiore del Santuario del Perdono, permettendo ancora una volta al visitatore di entrare dentro l’allestimento, vivendo fisicamente la storia del Natale.

A corollario dei vari allestimenti, numerose iniziative accompagnano il turista nel breve viaggio tra concerti, animazione per i bambini, spettacoli itineranti, giocolieri e artisti di strada.

Merita sicuramente una visita particolare il 9 dicembre, giorno dell’inaugurazione, dove le vecchie cantine abbandonate tornano piene di vita con il vinaiolo che pesta l’uva per ricavare del buon vino da servire al viandante o magari la fornaia che impasta l’alimento più povero e nutriente di tutti.
Non potevano inoltre mancare il prodotto tipico di Poggio Bustone, la porchetta, con il laboratorio del “mastro porchettaro”, che taglia le prelibate carni appena sfornate e il tosatore nell’ovile.

Di Domenico Battisti.