Petrangeli: la crisi industriale chiama alla mobilitazione generale

«Il mio personale apprezzamento per l’attivismo e l’impegno della Diocesi di Rieti sulla questione sociale. È importante che ci sia questo legame tra le istituzioni pubbliche e la Chiesa perché questo è un momento nel quale tutti siamo chiamati a immergerci nelle questioni vere e nei problemi concreti che vivono tutti i nostri concittadini quotidianamente».

Sono le parole del Sindaco Simone Petrangeli, chiamato a tirare le conclusioni dell’incontro tra sindacati, lavoratori e istituzioni organizzato sabato 12 ottobre dall’Ufficio per i Problemi sociali e del Lavoro della Diocesi di Rieti.

Un intervento, quello del Primo Cittadino, che è partito da una analisi della situazione più generale in cui ricade la crisi industriale locale: «Quelle che stiamo vivendo sono le conseguenze di venticinque anni di politiche liberiste più o meno esasperate, le conseguenze di un’epoca nella quale il presidente della Banca Centrale Europea è sicuramente più importante e più influente del Presidente del Consiglio di qualunque Paese europeo, forse ad eccezione della Germania e della Francia».

Secondo Petrangeli «dobbiamo essere consapevoli di vivere in questa situazione, in questo clima anche culturale» per prendere le necessarie contromisure.

Ma prima di tutto viene l’emergenza. E l’emergenza è il declino industriale della città: «ci dev’essere la convinzione da parte di tutti sulla necessità di difendere l’industria. È chiaro che dobbiamo puntare ad una industria al passo coi tempi, che investa sull’innovazione, che coltivi la vocazione di quest’area all’alta e altissima tecnologia. Però dobbiamo partire dalla difesa di quello che c’è».

«Noi abbiamo dato per scontato che l’unica strada sia la riconversione. Ma la riconversione, e quindi la ricerca di nuovi imprenditori – ha puntualizzato Petrangeli – dev’essere la via subordinata».

«Io non so se abbiamo fatto davvero tutto il possibile per incalzare e denunciare il comportamento assolutamente incivile di Schneider». Ha aggiunto il Primo Cittadino. «Schneider è un grande gruppo, ed è molto attento alla propria credibilità e alla propria reputazione a livello internazionale. Probabilmente siamo stati troppo gentili e troppo educati nel denunciare i suoi comportamenti. E penso che siamo ancora in tempo per fare azioni eclatanti contro un vero e proprio mostro che ha guadagnato ricchezze immense sul nostro territorio grazie al lavoro dei nostri operai e grazie ai contributi che il Governo italiano le ha garantito. E adesso scappa col malloppo. Credo che questo debba essere ricordato a chiunque».

Quindi Petrangeli raccoglie e rilancia la sfida di una iniziativa di mobilitazione di tutta la provincia e di tutta la città. Una proposta che secondo il Sindaco permetterebbe a Rieti di uscire dal cono d’ombra nel quale è stata costretta: «dobbiamo travalicare i confini anche nazionali. Dobbiamo far scoppiare il caso RietiSe da tutti è condivisa la considerazione che senza industria questa città non si salva e che senza industria non c’è una economia locale, dobbiamo essere tutti uniti per costruire e organizzare un fronte compatto che veda al suo interno sindacati e istituzioni. Dobbiamo mettere in campo tutte le forme di lotta possibile per difendere quello che attualmente c’è in questo territorio, anche a costo di iniziative eclatanti, per le quali io personalmente, ma credo tutti i rappresentati istituzionali di questo territorio sono disponibili».

«Il sindacato è intenzionato a lanciare uno sciopero generale di tutta la provincia, una mobilitazione generale di tutta la provincia? Lo chiedo non in forma retorica: lo sciopero non si fa contro il Sindaco o contro il Presidente della Regione. Si fa per porre un problema a livello nazionale, a livello generale. Noi – ha concluso Petrangeli – staremo in prima fila se ci dovesse essere questa mobilitazione».