«L’incontro è andato molto bene. La chiesa era piena di giovani, tutti erano molto contenti di accogliere il Papa. Non c’erano solo cattolici, ma anche giovani di altre Chiese e forse anche giovani che non credono affatto». È l’arcivescovo luterano di Tallin Urmas Viilma, che pochi minuti dopo la fine dell’incontro nella chiesa luterana di San Carlo racconta al Sir alcune impressioni. I circa 1.500 ragazzi presenti in chiesa hanno accolto il Papa con un fragoroso e prolungato applauso. All’incontro hanno partecipato anche i leader delle altre Chiese e organizzazioni religiose presenti in Estonia. Prima del momento con i giovani, a nome della Chiesa luterana l’arcivescovo ha donato al Papa una pianta di mele: «È una delle 500 piante di mele che abbiamo piantato insieme ai cattolici, quando abbiamo commemorato la Riforma lo scorso anno».
Com’è stato l’incontro?
È stato molto bello perché c’è stato tanto canto e le tre belle testimonianze dei giovani sul proprio modo di vivere la fede e la Chiesa. Io ho avuto la possibilità di rivolgere un saluto al Papa, in cui sono stato critico con la nostra società in Estonia: siamo liberi ormai da 27 anni dall’occupazione sovietica, ma forse è l’unico Paese in Europa in cui non c’è alcuna educazione religiosa nella scuola primaria. Significa che le giovani generazioni crescono senza alcuna conoscenza di come si possa costruire la propria fede.
Che cosa l’ha colpita delle parole di Papa Francesco ai giovani stamane?
Mi ha colpito che, parlando alle organizzazioni religiose e alle Chiese, il Papa abbia detto che noi adulti siamo sempre in un atteggiamento d’insegnamento e parliamo sempre quando siamo in una relazione con i giovani, ma non ascoltiamo mai. Invece abbiamo bisogno di ascoltare che cosa i giovani ci dicono. Questa è stata una cosa molto importante.
Che cosa vi siete detti con il Papa quando vi siete salutati?
Quando l’ho salutato davanti alla chiesa, mentre saliva in macchina per partire, gli ho detto che spero un giorno ci incontreremo tutti insieme nella comunione come una sola Chiesa e lui mi ha detto che lo speriamo veramente, che un giorno succederà e che dobbiamo pregare per questo, sempre.
Quali frutti ecumenici si attende dalla visita del Papa?
Devo dire che il dialogo ecumenico nel nostro Paese è estremamente buono. Ci incontriamo come leader delle Chiese tutti i mesi, ci conosciamo personalmente, partecipiamo alle celebrazioni reciprocamente e preghiamo insieme, leggiamo la Scrittura e lo facciamo regolarmente. Nel contesto estone in cui solo un terzo della popolazione è cristiana, dobbiamo cooperare e parlare con una voce sola e lo stiamo già facendo da anni. È un buon esempio da seguire forse per tutti gli altri Paesi, perché cooperiamo realmente e lo facciamo in modo molto attivo.
Oltre alla condivisione eucaristica, ci sono altre cose di cui sente la mancanza nel cammino verso l’unità?
Noi siamo già uniti attraverso il battesimo: come cattolici e luterani condividiamo la comprensione del battesimo. Che altro ci manca? Non c’è nient’altro che ci manca così tanto come essere insieme nella comunione eucaristica. Questo è il luogo più importante in cui vivere l’unità, con il corpo e sangue di Cristo.
Parteciperà alla messa oggi con il Papa?
Sì certo, andrò. Ci sarà l’eucarestia ma sarà distribuita solo ai cattolici e noi questo lo comprendiamo.