“Non basta stare tutto il giorno connessi per sentirsi riconosciuti e amati. Sentirsi considerato e invitato a qualcosa è più grande che stare nella rete”. Nel discorso pronunciato durante la Veglia al Metro Park, il Papa è tornato sul primato della vita reale su quella virtuale, tema presente già nel suo primo discorso a Panama. “Significa trovare spazi in cui con le vostre mani, con il vostro cuore e con la vostra testa potete sentirvi parte di una comunità più grande che ha bisogno di voi e di cui anche voi avete bisogno”, ha spiegato alla distesa sterminata di giovani che lo hanno atteso fin dalle prime ore del mattino per il terzo abbraccio tra i giovani e il successore di Pietro. “Questo i santi l’hanno capito molto bene”, ha fatto notare Bergoglio, citando l’esempio di don Bosco, “che non se ne andò a cercare i giovani in qualche posto lontano o speciale, ma imparò a vedere tutto quello che accadeva nella città con gli occhi di Dio e, così, fu colpito da centinaia di bambini e giovani abbandonati senza scuola, senza lavoro e senza la mano amica di una comunità. Molta gente viveva in quella stessa città, e molti criticavano quei giovani, però non sapevano guardarli con gli occhi di Dio. Don Bosco lo fece e seppe fare il primo passo: abbracciare la vita come si presenta; e, a partire da lì, non ebbe paura di fare il secondo: creare con loro una comunità, una famiglia in cui con lavoro e studio si sentissero amati. Dare loro radici a cui aggrapparsi per poter arrivare al cielo, per poter essere qualcuno nella società”. “Questo hanno fatto i santi: hanno avuto il coraggio di guardare i giovani con gli occhi di Dio”, il commento a braccio. “Penso a tanti luoghi della nostra America Latina che promuovono quello che chiamano famiglia grande casa di Cristo che, col medesimo spirito della Fondazione Giovanni Paolo II e di tanti altri centri, cercano di accogliere la vita come viene nella sua totalità e complessità, perché sanno che ‘per l’albero c’è sempre una speranza’”, l’omaggio del Papa al suo continente: “‘Se viene tagliato, ancora si rinnova, e i suoi germogli non cessano di crescere’. E sempre si può ‘rinnovarsi e germogliare’, si può sempre ricominciare, quando c’è una comunità, il calore di una casa dove mettere radici, che offre la fiducia necessaria e prepara il cuore a scoprire un nuovo orizzonte: orizzonte di figlio amato, cercato, trovato e donato per una missione. Il Signore si fa presente per mezzo di volti concreti”. “Dire ‘sì’ a questa storia d’amore è dire ‘sì’ ad essere strumenti per costruire, nei nostri quartieri, comunità ecclesiali capaci di percorrere le strade della città, di abbracciare e tessere nuove relazioni”, la ricetta di Francesco.