Ricordi

Mercoledì 24 ottobre una messa a 40 anni dalla morte di don Lino De Sanctis

A quarant'anni dalla sua morte, gli ex giovani dell'Associazione di Azione Cattolica Aquile d'Argento, coordinati da Antonio Cipolloni, assieme alla Pia Unione Sant'Antonio di Padova di cui fu cappellano, ricorderanno con una celebrazione eucaristica la figura e le opere del loro presbitero don Lino de Sanctis, parroco di San Francesco.

A quarant’anni dalla sua morte, avvenuta sulla strada provinciale per Contigliano quando era alla guida del suo “maggiolino” con a bordo alcuni ragazzi, gli ex giovani dell’Associazione di Azione Cattolica Aquile d’Argento, coordinati da Antonio Cipolloni, assieme alla Pia Unione Sant’Antonio di Padova di cui fu cappellano, ricorderanno con una celebrazione eucaristica la figura e le opere del loro presbitero don Lino de Sanctis, parroco di San Francesco.

La Santa Messa so terrà nella chiesa di San Francesco il giorno 24 ottobre alle ore 18, e sarà officiata dal vescovo emerito monsignor Lorenzo Chiarinelli.

Il vescovo avrà per concelebrante don Francesco Salvi, parroco di Corvaro, che fu uno dei ragazzi che seguì don Lino tra i tanti. Nel rione rivierasco del Velino ormai spopolato ed abitato in maggioranza da famiglie di immigrati, il ricordo di questo prete tra coloro che sono rimasti, è ancora vivissimo. Il perché si domanderanno molti? Perché il parroco aveva un cuore d’oro e perché fu uno speciale e convinto annunciatore del Vangelo. La parola di Dio la incarnò facendosi prete dei poveri e degli operai e soprattutto dei giovani.

Fu il promotore di opere di formazione spirituale e sociale che al centro avevano i ragazzi e le ragazze del rione più derelitto della città di allora. Fu iniziatore di opere caritatevoli, sociali e culturali durante un tempo assai tribolato che va dall’anno prima del conflitto della seconda guerra mondiali alla ricostruzione.

Attuò la riforma ecclesiale sancita dal Concilio Vaticano II che lui stesso aveva anticipato con alcune iniziative innovative. La celebrazione in San Francesco della prima messa in lingua italiana e dei nuovi canti liturgici con il prof. Giuseppe Francesco Rosati all’organo, fu un evento.

Tra ragazzi e ragazze vi parteciparono in più di quattrocento che don Lino ammaestrava e guidava tutta la settimana con liturgie inframmezzate da lezioni, doposcuola, partite di calcio e di basket e con il teatro e la stesura di un giornalino intitolato alle Aquile d’Argento, con il coinvolgimento dei più grandi in opere di solidarietà ed assistenza attraverso la POA, la Caritas di allora, di cui era presidente il fratello di don Lino monsignor Emidio.