LIBRI / Il ritorno dello spirituale

Nel libro di Geminello Alvi “Eccentrici” si riscoprono personaggi spesso dimenticati

“La madre pregiudicò la loro economia, già non florida, convertendosi al cattolicesimo. Alla papista niente più soldi dai parenti. (…) Si prese cura di proteggerli un prete cordiale; anche perché sua madre si ammalò di diabete”.
Tolkien, il cantore del Signore degli Anelli – e la vicenda di discriminazione della sua famiglia per la scelta di aderire, in Inghilterra, al cattolicesimo -, è uno dei personaggi affrontati da Geminello Alvi nel suo recente “Eccentrici” (Adelphi, 184 pagine). Già dal titolo sembrerebbe un divertito gioco in cui vengono riscoperti, con un linguaggio personalissimo, personaggi spesso dimenticati, considerati in alcuni casi fuori di testa, ma sicuramente fuori dalla norma.
Alvi è un economista – collabora con importanti testate giornalistiche – che ha compreso come l’economia non sia altro che una delle modalità dell’esistenza umana, e non per forza – come aveva teorizzato Marx – l’elemento dominante dal quale ogni altra umana vicenda dipende. Non solo: la sua visione del mondo risente di influenze assai lontane da quelle che ci si aspetterebbe da un esperto nell’arte di far tornare “glaciali conti”. Per esempio, la dimensione generalmente religiosa, che gli viene anche dalla grande ammirazione per l’esperienza di Adriano Olivetti, all’interno della quale convivevano valori comunitari e spirituali.
L’autore è attento a non interpretare lo spirituale come manifestazione puramente biologica, psichica, materiale. Alvi presenta i fatti che hanno a che fare con quella sfera, senza quasi mai tentare giudizi trancianti, tranne lanciarsi, per fortuna assai raramente, in sbrigativi giudizi storici, come quando afferma che “i club inglesi e il Vaticano avevano già affittato la Germania a Hitler e ai suoi criminali”. Basterebbe leggere il documentatissimo lavoro di Angelo Paoluzi, recensito in questa stessa rubrica, “La croce, il fascio e la svastica” (Edizioni Estemporanee) per capire come le cose non siano andate così.
In “Eccentrici” si lasciano parlare fatti e figure altrimenti destinati al silenzio mediatico, come nel caso di Therese Neumann, di cui è in corso il processo di beatificazione. Alvi fa narrare la storia di questa donna, che non mangia e che si ciba solo dell’Eucarestia, da testimoni, non unicamente uomini di fede, ma anche scettici e addirittura uno yogi indiano.
Questo è uno degli elementi di forza del libro: la neutralità dello sguardo, anche se è evidente l’interesse dell’autore per tutto ciò che rimane fuori dalle nostre capacità di capire razionalmente. George Ritchie, psichiatra, nel 1943 ebbe una visione mentre era clinicamente morto, prima di essere inspiegabilmente risvegliato: “Accade che c’è lì Cristo a guardarlo. Gli uomini hanno un’idea sovente isterica dell’amore, parola fraintesa. Ma da Lui radiava impensabile bontà che sa tutto. Ritchie rivide la sua vita”. E come non leggere con una certa sorpresa la storia degli esperimenti di Ehrenfried Pfeiffer, che scopri l’effetto distruttivo dell’alimentazione, attraverso farine mescolate con carne animale, sulle mucche: “Le porterà alla demenza”, avvertirà profeticamente nel 1923 il suo amico e guida Rudolf Steiner. A furia di voler fare affari a tutti i costi, ci stiamo scavando la fossa, sembra commentare Alvi. E sarebbe il caso di metterci riparo al più presto.
“Eccentrici” rappresenta un contributo al dibattito su dove sta andando un’umanità sempre più lontana dalla matrice religiosa e sempre più coinvolta in un discorso puramente materialistico che è fatto di merci, di sprechi e di sfruttamento.
Considerato il fallimento del marxismo nel tentativo di correggere il sistema uomo, dice Alvi, si deve per forza di cose guardare ad altre forme di pensiero e di economia, come quella cosiddetta sostenibile e collegata a una visione meno chiusa e meschina di quella attuale. Perché altrimenti, conclude l’autore, senza una linea-guida profonda, retta anche da convinzioni spirituali, si continueranno a fare giganteschi passi del gambero.