L’Associazione Iliria ha presentato il Dossier Statistico Immigrazione

Il Dossier statistico immigrazione redatto da IDOS (Centro studi e ricerche), in collaborazione con UNAR (Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ha assunto sempre maggior rilievo sia come strumento di sensibilizzazione che come punto di riferimento per le istituzioni coinvolte per l’adeguamento delle politiche sociali a favore degli immigrati.

L’Associazione albanese in collaborazione con le associazioni del territorio ha presentato i dati del rapporto martedì 10 dicembre alle ore 16,30 presso la sala Calasanzio della Fondazione Varrone (Via S. Agnese, 32).

Per la presentazione dei dati nazionali è intervenuto il coordinatore del dossier statistico immigrazione Franco Pittau. Sono stati numerosi i partecipanti all’iniziativa, tra i relatori sono intervenuti il viceprefetto di Rieti Dr.Paolo Grieco, il presidente commissione politiche sociali del Comune di Rieti Dr. Giovanni Ludovisi, il direttore Migrantes Arnaldo Proietti, per l’Anolf Maria Platek e della comunità Ucraina di Rieti Vira Terlatsky.

L’Italia si è affermata come rilevante area di sbocco per i flussi migratori internazionali soprattutto negli anni Duemila, ma anche nell’attuale periodo di crisi si continua a registrare un aumento della presenza straniera: da poco più di 3 milioni di residenti stranieri nel 2007 si è passati a 4.387.721 nel 2012, pari al 7,4% della popolazione complessiva.

Nello stesso arco di tempo i soggiornanti non comunitari sono passati da 2,06 milioni a 3.764.236 e, secondo la stima del Dossier, la presenza straniera regolare complessiva è passata da 3.987.000 persone a 5.186.000, non solo per l’ingresso di nuovi lavoratori ma anche per via dei nati direttamente in Italia e dei ricongiungimenti famigliari. Queste le grandi collettività non comunitarie: Marocco (513mila soggiornanti), Albania (498mila), Cina (305mila), Ucraina (225mila), Filippine (158mila), India (150mila), e Moldova (149mila).

Tra i comunitari, invece la prima collettività è quella romena (circa 1 milione). Tra le aree di residenza prevalgono le regioni del nord (61,8%) e del Centro (24,2%), mentre le province di Milano e Roma, da sole, detengono un sesto dei residenti (16,9%). Per quanto riguarda il mondo del lavoro, gli occupati stranieri sono aumentati, in termini assoluti e di incidenza percentuale sull’occupazione complessiva, anche negli anni di crisi, seppure con ritmi contenuti, arrivando a incidere per almeno il 10% sull’occupazione totale.

In termini di costi benefici dell’immigrazione per le casse statali , il rapporto tra la spesa pubblica per l’immigrazione, da una parte, e i contributi previdenziali e le tasse pagate dagli immigrati, dall’altra, mostra che, anche nell’ipotesi meno favorevole di calcolo, nel 2011 gli introiti dello Stato riconducibili agli immigrati sono stati pari a 13,3 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute per loro sono state 11,9 miliardi di euro, con una differenza in positivo per il sistema paese di 1,4 miliardi. L’obbiezione ricorrente secondo cui l’integrazione degli immigrati costa troppo all’Italia, quindi, non trova riscontro nell’analisi delle singole voci di spesa e nel quadro che ne deriva.

Nel Lazio i residenti stranieri risultano ben 478mila, dove le prima collettività (comprensivi dei comunitari) risulta la romena, prevalentemente concentrata nella Provincia di Roma (78,2%, il 36,9% nella sola capitale), seguita dalla polacca. Dai sui soli non comunitari regolarmente soggiornanti in regione, emerge anche una forte presenza di filippini (circa 45mila, il 12,2% di tutti i non comunitari nel Lazio), del Bangladesh (30mila, l8%) e dell’Albania (26mila, il 7%). Mentre nella Provincia di Rieti i residenti stranieri sono 11.129 e incidono per lo 0,3% della popolazione totale. I residenti non UE sono 6.091 e residenti UE sono 5.038.