Mostre

La gioia di vivere di san Felice sotto gli archi di Palazzo Papale

Si è aperta sotto gli archi del Palazzo Papale di Rieti la mostra documentale "E li pareva di volare...", incentrata sulla vita di san Felice da Cantalice, compatrono della Diocesi di Rieti

Si è aperta sotto gli archi del Palazzo Papale di Rieti la mostra documentale “E li pareva di volare…“, incentrata su san Felice da Cantalice, compatrono della Diocesi di Rieti.

L’esposizione, che sarà aperta fino al prossimo 28 agosto, è stata ideata dall’associazione culturale Ilex – Cantalice, grazie al frutto della corposa collezione privata di Eliseo Patacchiola e all’allestimento di Vincenzo Scasciafratti.

«Questa è una mostra semplice com’era semplice il santo a cui è dedicata – ha detto Scasciafratti – e si snoda attarverso tre registri: innanzitutto quello della

memoria iconografica, frutto della lunga devozione per san Felice. Il secondo registro è invece basato sulla vita del santo che si muoveva da questuante a Roma, il terzo racconta la religiosità popolare della sua epoca e l’aspetto mistico della sua vita».

Una vita di povertà assoluta, ma anche di gioia pura, che san Felice manifestava ballando e cantando nel momento in cui sui univa a Dio. «Opere che abbiamo esposto senza didascalia – spiega il curatore – proprio perché si tratta di una mostra devozionale e non artistica».

A presenziare, oltre al vescovo Domenico, anche il parroco di Cantalice monsignor Gottardo Patacchiola, visibilmente commosso, il sindaco di Cantalice Silvia Boccini e gli assessori alla Cultura del Comune di Cittaducale e di Rieti, Alessandro Cavallari e Letizia Rosati.

Un’esposizione che si apre in un periodo fortemente simbolico, alla vigilia dell’inizio dell’apertura uffciale del pellegrinaggio al santuario di San Felice all’Acqua, sentitissimo dalla comunità cantaliciana.

«Grazie per questo segnale della memoria di san Felice – ha detto monsignor Pompili – , figura che merita di essere riconosciuta, soprattutto da noi che viviamo in questi luoghi. Una figura moderna per l’epoca in cui è vissuta, che porta con sé un culto sentito in ogni parte del mondo: basti pensare che io stesso, entrando in una chiesa in Brasile durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2013, mi ritrovai ad essere stupito di trovarci dentro una sua effigie».

Il sindaco Boccini ha ricordato la necessità di donarsi e donare, soprattutto nei tempi difficili che stiamo vivendo, mentre l’assessore Cavallari ha sottolineato la volontà del Comune di Cittaducale – dove il santo è vissuto – di creare un percorso di rivalutazione e valorizzazione del suo culto e delle sue opere.

«Grazie per questa bella occasione di crescita – ha aggiunto l’assessore Letizia Rosati – tra l’altro creata in una cornice meravigliosa come queste arcate che a volte osserviamo solo distrattamente passandoci davanti; tra l’altro sono presenti testimonianze molto importanti a livello storico-artistico».

Padre Luigi Faraglia, visti i suoi natali di Lisciano, ha ricordato la grande devozione per san Felice ricordata fin da bambino e testimoniata dai suoi familiari.

Attraverso le fonti dell’epoca, pare inoltre che Felice fosse avvezzo a creare piccoli oggetti devozionali, come spartane crocette di legno oppure corone del rosario fatte con ossi di persica. Proprio in base a queste testimonianze, è stato creato un oggetto d’arte artigianale da parte dalla ceramista Barbara Lancia, la “corona di fra Felice” che è possibile vedere esposta tra le teche della mostra.