Invasioni creative e sanità in crisi

Medici, sindacati, associazioni, singoli cittadini: in tanti sono preoccupati per il futuro della sanità reatina. E non senza ragione: le notizie di dismissione di questo o quel servizio – a partire dal laboratorio analisi – sono tutt’altro che rassicuranti.

In un comunicato sul tema diffuso dall’ufficio stampa del Comune, il sindaco Petrangeli fa un elenco preciso e paventa la chiusura o il drammatico ridimensionamento anche per Emodialisi, Emodinamica, Geriatria, Chirurgia vascolare, Pneumologia, Gastroenterologia, Malattie infettive…

E le scarse rassicurazioni da parte di Asl e Regione attorno a questa sensazione di emergenza non riescono a quietare gli animi. Si dice che razionalizzare non è tagliare. Da un punto di vista amministrativo può pure essere vero, ma spesso all’utenza il risultato sembra lo stesso. I cittadini si sentono più poveri di servizi, tutela e assistenza, e non hanno certo l’impressione che questa sanità in perenne riorganizzazione gli costi meno. In ogni caso il debito c’è, e l’imperativo categorico è quello di rientrare, anche a costo di soluzioni radicali.

E poi non tutto va proprio tutto male. Forse, parlando di salute, bisogna imparare a guardare oltre la secca disponibilità di un degno servizio ospedaliero. Ad esempio rifacendosi al classico «Mens sana in corpore sano». La sentenza di Giovenale ancora oggi mantiene intatta tutta la sua forza.

Magari al momento la Regione non ha le risorse per garantire una piena continuità all’ospedale provinciale, ma qualcosa da spendere in cultura le è rimasto. Così in città si è svolta una ricca settimana di spettacoli e sollecitazioni intellettuali. La Pisana ha sovvenzionato un bel po’ di artisti e li ha spediti a rinforzare la nostra povera vita culturale di provincia.

Ovviamente le cifre in ballo difficilmente possono essere confrontate. Un conto sono i costi una grande struttura sanitaria – medici, infermieri e portantini inclusi – un altro è l’obolo che contenta i bravi artisti favoriti dalla Regione. Nulla da obiettare all’intento dell’operazione: la cultura è importante, fondamentale, decisiva.

Permetteteci però di confessare una nostra impressione. Ci sembra che della bella e intensa settimana di invasioni creative sia destinato a rimanere ben poco in città. Più o meno come dell’ospedale, dirà qualcuno. Il parallelo è senz’altro azzardato, ma la domanda non viene meno: che sia questa la coerenza di fondo del progetto su Rieti della politica?