Parrocchie

Il vescovo saluta la comunità del Terminillo, luogo di «bellezza ed essenzialità»

La celebrazione della Santa Messa per l’Assunzione di Maria al Templum Pacis del Terminillo, è stata per il vescovo Domenico anche l'occasione per salutare un luogo caro a tutta la comunità reatina

«Ed ecco che, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, le balzò in seno il bambino. L’anziana cugina di Maria interpreta l’agitarsi della nuova vita che porta in grembo come un annuncio profetico della gioia messianica da parte di colui che doveva essere consacrato dallo Spirito. Nell’incontro tra le due donne si compie, infatti, l’incontro di Giovanni con Gesù».

Nell’omelia tenuta durante la celebrazione al Templum Pacis del monte Terminillo, in occasione della festa dell’Assunzione al cielo di Maria, il vescovo Domenico ha ribadito l’importanza della vita che nasce, in un «corpo non è un semplice involucro, ma è la vita nella sua complessa evoluzione».

«Oggi, per contro, si va affermando una tendenza in campo tecnologico e scientifico che tende ad annullare la dimensione biologica e l’idea stessa di natura umana, abbandonando la fragilità della condizione attuale per aprirsi a un futuro nel quale un uomo nuovo (meglio, un oltre-uomo) sarà capace di riprogrammare sé stesso, radicalmente, anche a livello cerebrale», ha proseguito monsignor Pompili.

«Dinanzi a tale nuovo contesto, la festa dell’Assunzione al cielo di Maria in corpo e anima, solleva due questioni ed offre una prospettiva alternativa. La prima è che combattere le malattie e avanzare nella salute sono obiettivi condivisibili, ma da qui a programmare l’uomo perfettamente efficiente, capace di migliorarsi in modo esponenziale; insomma, immaginare una felicità resa possibile dalla tecnica, ce ne corre! Anzi, è una fatale illusione quella di sconfiggere la morte, alimentando un miraggio che nasconde forse interessi economici che porteranno, tra l’altro, a nuove divisioni di classi. La seconda è che la felicità va cercata non “oltre” i limiti dell’umano, ma “dentro” gli stessi: l’uomo è “imperfetto” e mai giungerà alla perfezione di suo. D’altra parte, riprogrammare l’essere umano è impossibile proprio per la sua complessità che ne fa l’essere insieme più consapevole e più fragile».

L’occasione della festa di metà estate, in cui il vescovo come di consueto incontra la piccola folla di vacanzieri che si radunano sul monte reatino, ha avuto quest’anno un sapore particolare. In vista del prossimo trasferimento come pastore di Verona, la Comunità Monastica della Trasfigurazione del Terminillo ha voluto infatti salutare don Domenico con un un dono speciale: un acquerello raffigurante il tempio dedicato a san Francesco appositamente creato dall’artista Alessandro Melchiorri.

Dopo la consegna del quadro, lacrime e abbracci di rito per salutare monsignor Pompili, che ha ribadito la volontà di non perdersi di vista nonostante la distanza che dal prossimo primo ottobre lo separerà dalla comunità reatina: «Porterò questo quadro con me – ha detto il vescovo – anche se non ho certo bisogno di un’effigie per ricordarmi di un posto di cui ho sempre apprezzato bellezza ed essenzialità».