Il Vescovo Lucarelli è un… Sabino d’Oro

Con una festosa cerimonia, sobria e piacevole per gli intervenuti, è stata celebrata giovedì 26 maggio la ventisettesima edizione del “Sabino d’Oro”, l’ambito premio che il Rotary Club di Rieti attribuisce a chi si sia distinto onorando il territorio “con la propria attività intellettuale, professionale e organizzativa (…), oppure abbia operato ed operi per la rivalutazione ambientale e monumentale della Sabina”, secondo quanto dispone lo Statuto.

Il “Sabino d’Oro” fu ideato intorno alla metà degli anni Settanta da Mario Vinicio Biondi, all’epoca direttore dell’Archivio di Stato, fondatore dell’A.B.C.A.S., l’associazione degli amici dei beni culturali, ambientali e storici nata per valorizzare il patrimonio locale secondo le direttive del neonato Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Lasciando Rieti alla volta della Regione Marche, dove avrebbe rivestito il prestigioso incarico di Soprintendente Archivistico, il rotariano Mario Vinicio Biondi volle che il “Sabino d’Oro” fosse ereditato dal suo club di appartenenza.

Il premio consiste in un’artistica targa in lamina d’oro, riproducente la silhouette del guerriero sabino così come fu ideata da Adeodato Ciotti.

Dall’inizio degli anni Ottanta, dunque, è il Rotary Club reatino, su iniziativa del Presidente in carica coadiuvato da una commissione di cui fanno parte il past president, il presidente incoming e due soci, ad operare la scelta della persona o dell’istituzione che meglio ha speso il suo impegno ed il suo talento per la salvaguardia del bene comune.

Con questa procedura e questi intenti, il “Sabino d’Oro” 2011 è stato assegnato a S. E. monsignor Delio Lucarelli, per la sua preziosa, infaticabile opera di tutela del patrimonio architettonico ed artistico di cui è ricco il territorio diocesano.

Queste, dunque, le motivazioni del premio: «A S.E. Rev. Monsignor Delio Lucarelli, per aver manifestato, fin dall’inizio del suo episcopato, particolare impegno, sensibilità e competenza nella tutela del patrimonio architettonico ed artistico diocesano, riconosciuto come espressione dell’identità collettiva, valorizzandone l’uso liturgico secondo il dettato del Sinodo compiuto nel 2005. Per aver compiuto scelte coraggiose e significative, determinanti per la destinazione e la stessa sopravvivenza di alcuni siti monumentali promuovendone l’assiduo lavoro di messa in sicurezza, consolidamento e restauro nell’ emergenza dei terremoti del 1997 e del 2009. Per aver voluto la creazione del Museo dei Beni Ecclesiastici della Diocesi, ampliando ed arricchendo il percorso espositivo dal Tesoro del Duomo alle sagrestie della Cattedrale, al lapidarium, alla Pinacoteca allestita nella grande sala delle udienze del Palazzo Papale. Per aver promosso il restauro della Basilica inferiore di Santa Maria Madre di Dio nella ricorrenza del IX centenario dalla fondazione. Per aver destinato, al termine di un impegnativo lavoro di consolidamento e restauro, la chiesa di San Liberatore ad ospitare la ricca e pregevole Biblioteca Diocesana».