Anche il vescovo Domenico, rimasto alla sede in presbiterio al termine della Messa del Sacro Cuore, si è unito ai fanciulli nei gesti che animavano il canto con cui hanno voluto concludere il momento di festa che segnava per loro la chiusura dell’anno pastorale: “Annunceremo che tu sei verità, lo grideremo dai tetti delle nostre città, / senza paura anche tu lo puoi cantare…”. Per i bambini dei gruppi del catechismo e dell’Acr di Regina Pacis la festa era iniziata, con giochi e merenda, sin dal primo pomeriggio, concludendosi con la partecipazione alla celebrazione solenne in chiesa, insieme ai genitori e ai parrocchiani, in particolare le zelatrici dell’Apostolato della Preghiera che il giorno prima, a chiusura del triduo in onore del Sacro Cuore, avevano rinnovato il proprio impegno di consacrazione.
Durante la celebrazione era toccato a una di loro, assieme a un catechista, un ragazzo, una mamma e un rappresentante della Caritas parrocchiale, proporre le intenzioni per la preghiera dei fedeli innalzata al Signore dopo aver professato la fede e dopo aver ascoltato le parole di monsignor Pompili nell’omelia. Il vescovo, invitato dal parroco don Fabrizio Borrello a presiedere la Messa solenne della festività dedicata al Cuore di Cristo, si è voluto rivolgere in particolare ai fanciulli, sottolineando il grande amore del Signore che la liturgia presentava con l’immagine del pastore che ama il suo gregge in modo unico: «Quando mai noi lasceremmo 99 pecore, mettendole a rischio, per andare a cercarne una sola che si è smarrita? E invece il modo di ragionare di Dio è un altro: è quello di chi si preoccupa di ciascuno e nessuno, nella sua misericordia, vuol lasciare indietro!».
Dopo la comunione, secondo la consuetudine invalsa nella comunità parrocchiale ormai da decenni, il momento specifico dedicato ai più piccoli, che hanno innalzato una particolare preghiera a Gesù per ricevere la benedizione e compiere l’omaggio floreale, deponendo fiori dinanzi all’immagine del Sacro Cuore posta, quest’anno, all’ingresso della “porta” che, da Natale, simboleggia il valore dell’accoglienza di Cristo quale “porta di salvezza” in questo anno giubilare della misericordia.