Nella serata di giovedì 26 maggio, il vescovo Domenico ha presieduto il Rosario nel cortile delle case popolari di via Elettra Pollastrini, nel popoloso quartiere di Campoloniano. Introducendo il momento di preghiera, mons. Pompili ha spiegato che occorre «cercare di immedesimarsi nello sguardo della madre che contempla i misteri del figlio» grazie a una preghiera che ha due «grandi vantaggi».
Il primo riguarda il «tornare a respirare secondo quello che è il nostro ritmo, perché noi siamo sempre un po’ affaticati o, al contrario, siamo un po’ rallentati. La preghiera del Rosario ci fa ritrovare il ritmo giusto e in questo senso è una preghiera che ci rasserena ci ridà in qualche modo la percezione del tempo».
«Poi – ha aggiunto il vescovo – ci aiuta a rileggere come Maria gli avvenimenti della nostra vita con uno sguardo non schiacciato sull’immediato, ma capace di cogliere l’insieme. Molte volte noi reagiamo alle cose che ci accadono un po’ troppo di pancia e finiamo per esacerbare le situazioni. Questa preghiera ci ridona la calma e la tranquillità, non per evitare i problemi, che rimangono, ma per affrontarli con uno spirito diverso. Lasciamoci ispirare allora da Maria, una donna e una madre, e facciamo che il suo sguardo diventi il nostro durante questa preghiera».
Al termine della preghiera il vescovo ha ricordato come durante le Nozze di Cana (uno dei Misteri luminosi) «Maria è in azione» quando chiede a Gesù di risolvere il problema della fine del vino. «È come se lo generasse alla vita di Messia». Poi è tornato sul tema dello sguardo: «Maria ci dimostra che lo sguardo verso Dio non distoglie dalla realtà». E lo stesso vale per la preghiera «che rende più capaci di capire e più coraggiosi». Le parole amplificate provocavano un’eco nello spazio aperto ma possiamo immaginare che anche nell’animo dei presenti quelle stesse parole abbiano lasciato un’eco duratura.
Dopo la benedizione il vescovo Pompili ha partecipato al rinfresco offerto dai condomini ricevendo in dono una targa dedicata proprio alla Madonna. Con questo gesto di prossimità don Domenico ha confermato una vicinanza, non solo simbolica, davvero importante nelle periferie cittadine ed esistenziali.