“Il Nuovo Uomo Europeo” all’Auditorium dei Poveri

Si è svolto nel pomeriggio del 18 ottobre, presso l’Auditorium dei Poveri, il convegno “Il Nuovo Uomo Europeo”.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”, ha inteso porre l’accento sui fondamenti dell’identità europea quale problema da affrontare per il futuro del Vecchio Continente.

Un discorso che si è portato consapevolmente lontano dai problemi dell’Europa finanziaria, e che non è stato fatto certamente per inseguire quell’idea di un “uomo nuovo” che nel secolo scorso ha prodotto cento milioni di morti.

Si è trattato piuttosto di portare un contributo alla costruzione di un “nuovo cittadino europeo”. A dispetto di un’Europa che si sta facendo invariabilmente dall’alto, l’intento è sembrato quello di proporre una cittadinanza più matura e consapevole della propria storia come punto di partenza. Un’Europa più forte, coesa e coerente, ne sarebbe la riuscita conseguenza.

Il problema europeo, nella prospettiva dell’Associazione “Domenico Petrini”, sembra dunque essere un problema di identità. Si tratta allora di fare una ricognizione, un’indagine, per individuare quali siano gli elementi in comune, i fattori unificanti di un ipotetico “spirito europeo”.

La proposta è stata subito esplicitata indicando al fondamento dell’esperienza continentale il Cristianesimo e il Liberalismo. Due modi di stare al mondo, di leggere la realtà, di interpretare la vita, non del tutto compatibili, ma della cui dialettica è forse possibile rintracciare gli esiti nelle istituzioni degli Stati nazionali europei.

Una prospettiva che inevitabilmente conduce verso l’approfondimento dei processi che nel tempo hanno contribuito alla costruzione di queste istituzioni e delle identità che le hanno determinate. È stata dunque sviluppata la tesi secondo cui è soprattutto al medioevo che si deve far risalire l’origine dell’Europa come la conosciamo oggi. Sicuramente al momento in cui sono nate le città e i comuni, ma senza dimenticare le università: grandi istituzioni culturali e civili, luoghi di uomini ma anche di idee, caratterizzati dalla condivisione del sapere e dal segno di una nascente internazionalità.

Il nuovo cittadino europeo cui punta l’Associazione Petrini, allora, potrebbe essere il discendente di grandi intellettuali come Erasmo da Rotterdam. Dovrebbe avere una coscienza civile modellata dalla conoscenza della diversità, dalla passione per il confronto, e dalla tolleranza quale metodo per la convivenza.

Un tipo umano forse un po’ troppo idealizzato e velleitario, certamente alieno alla superficiale cultura di massa dei giorni nostri, ma che almeno avrebbe il merito di essere portatore di una qualche alternativa al panorama tecnocratico e finanziarizzato dei giorni nostri.

La proposta si è avvalsa dell’approfondito contributo della professoressa Ileana Tozzi, che ha relazionato su “Carlo Magno e Alcuino di York. L’esperienza della Schola Palatina a fondamento dell’uomo europeo”, e del vescovo emerito di Viterbo Mons. Lorenzo Chiarinelli, intervenuto su “Europa, crocevia di popoli e di idee”. Ha inoltre intervenuto il parlamentare europeo Paolo Bartolozzi, mentre i lavori sono stati coordinati dalla professoressa Silvia Meloni.