Giornali cattolici: la carta vincente? I nostri territori

Analisi convergente e propositiva della professoressa Chiara Giaccardi (Università Cattolica) e del direttore del “Cittadino” di Lodi, Ferruccio Pallavera. Il direttore del Sir, Domenico Delle Foglie, ha proposto la creazione del primo “network digitale” cattolico, attraverso la sinergia fra il sito dell’Agenzia e quelli delle testate aderenti alla Fisc.

Il territorio è la chiave vincente per l’informazione di oggi e di domani. Questa la consapevolezza che ha animato la tavola rotonda “Quale giornalismo nell’era digitale”, che si è tenuta oggi a Chioggia all’interno del convegno nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) dedicato a “Informazione in rete: carta stampata e web”. Un impegno che chiama i giornali del territorio, e in particolare quelli cattolici, a essere protagonisti e, al tempo stesso, ad affrontare le sfide poste dal digitale per coniugare in un binomio virtuoso l’edizione cartacea e la rete.

 

Ripartire dal territorio.

“Il territorio è il luogo dal quale ripartire per ripensare l’informazione”, ha esordito Chiara Giaccardi, docente al dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università Cattolica di Milano. Fin da subito torna il legame con le nuove tecnologie, poiché nel territorio si vivono relazioni che possono essere “potenziate dalla rete digitale”, ad avviso della docente, per la quale la contrapposizione tra digitale e vita reale è “un’immagine di cui dobbiamo liberarci”. “Chi ha relazioni in rete le ha anche fuori”, ha sostenuto Giaccardi, affermando che “la realtà è una, è fatta di atomi e di bit, di materia e d’immateriale; il web non è una dimensione altra”. Non bisogna aver paura, dunque, di utilizzare i social network, comportandosi su di essi come si fa nella vita di tutti i giorni, postando gli stessi commenti che si fanno a voce, in pubblico. I nuovi ambienti mediatici, ha rilevato, “creano una piazza pubblica e aperta dalla quale possono prendere vita nuove relazioni e comunità”, mentre è proprio il digitale “il luogo in cui sempre più vengono consumate le news”. Ecco quindi che i giornali devono trovare “una sinergia” tra dimensione on line e cartacea, senza “alimentare forme di competizione”.

Fare i giornali in piazza.

Un compito che chiama in causa primariamente la stampa del territorio, e in particolare quella cattolica, che di fronte a “un’informazione che ha preso la deriva di un’astrazione troppo alta” può fregiarsi del merito di essere ancorata alla realtà, a quella “rete di relazioni” che si traduce in vita vissuta, oltre ad avere “una marcia in più”, “uno sguardo che altri non hanno, più libero perché illuminato dalla fede”. Sulla medesima linea Ferruccio Pallavera, direttore dell’unico quotidiano aderente alla Fisc, “Il Cittadino” di Lodi (che con una media di 8 mila copie quotidiane e 15 mila per l’edizione del sabato copre il Lodigiano e il Sud Milano). “Bisogna tornare a fare i giornali in piazza, scrivere ciò che gli altri non scrivono, dare voce a chi non ha voce, catturare nuovi lettori”, ha ribadito raccontando le vicende di un giornale diocesano – il suo – che pian piano è cresciuto fino a diventare quotidiano (esce sei giorni la settimana, eccetto la domenica per lasciare spazio ad “Avvenire”) e ora sta sperimentando pure la versione on line. Ispirandosi al ruolo evangelizzatore della stampa cattolica, Pallavera ha invitato a “fare il giornale per il figliol prodigo, per la pecorella smarrita”, ovvero cercando di raggiungere un pubblico nuovo – senza trascurare quello che già si ha – e magari essere capaci di offrire un messaggio a chi è lontano dalla Chiesa. Una sfida possibile “respirando con i medesimi polmoni di chi ci sta intorno”.

Un “network digitale” cattolico.

Infine Domenico Delle Foglie, direttore del Sir, parlando per la prima volta a un convegno dei giornali cattolici da quando ha assunto – lo scorso gennaio – la guida dell’agenzia, ha confidato quello che ha definito un “sogno”, ossia “fondare, tutti insieme, il Sir e i settimanali diocesani, il primo ‘network digitale italiano’”, per “presentarci come un corpo unico”. Un sogno, il suo, al quale “dare corpo, testa, gambe e braccia, ma anche intelligenza e cuore”, “mettendoci tutta la forza della nostra competenza professionale, ma anche la passione per l’umano e per la sua verità che nelle nostre redazioni certo non mancano”. Essenziale sarà il contributo dei giornali del territorio, “perché so bene che senza di voi e senza la vostra adesione convinta – ha detto ai direttori, redattori e collaboratori presenti – non sarà possibile fare un passo nel futuro”. Delle Foglie ha auspicato, tra il Sir e i giornali del territorio, una “sinergia” che diventi sempre più “attitudine, mentalità, prassi intelligente”. Il network avrà da una parte il Sir, dall’altra “tutti i siti dei settimanali diocesani che possono aderire a questa iniziativa”, per portare alla ribalta quelle notizie che costituiscono la forza dei territori, offrendo “un impatto nazionale e territoriale”. Ma non solo: tra gli obiettivi vi è pure quello di “ottimizzare l’utilizzo di tutta l’offerta informativa del Sir nei siti territoriali, sulla base dell’assoluta indipendenza dei settimanali”, promuovere sull’agenzia “le cronache dai territori”, “sperimentare nuovi linguaggi”, realizzare “un’espansione multimediale digitale” ed essere presenti sui social network come Facebook e Twitter. Un progetto che può apparire “fantascienza”, mentre – nelle intenzioni del direttore del Sir – si propone di guardare al futuro partendo dai territori, nella convinzione che questa sia la formula vincente.