Forum Davos: Unicef, dare priorità ai bambini nell’agenda globale

Quasi 1 miliardo di bambini sotto i 15 anni subisce regolarmente punizioni fisiche; circa 570 milioni di giovani vivono con meno di 1,25 dollari al giorno; nel 2014, 230 milioni di bambini vivevano in zone colpite da conflitti. In occasione del World Economic Forum che si apre oggi a Davos (fino al 25 gennaio), l’Unicef ha definito l’“Agenda for Every Child” affinché i bambini siano la priorità dei Nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile, piano d’azione che nei prossimi 15 anni guiderà gli investimenti e le azioni in tutto il mondo. Gli obiettivi saranno condivisi all’Assemblea generale Onu a settembre. Sette le priorità indicate. Anzitutto “porre fine alla violenza sui bambini”. Quasi 1 miliardo di bambini sotto i 15 anni subisce regolarmente punizioni fisiche e un quarto di tutte le ragazze tra i 15 e i 19 anni ha subito violenza fisica. “Investire nella protezione dei bambini da violenza, abusi, abbandono e sfruttamento deve essere una priorità globale”, afferma l’agenzia Onu. Centrale anche l’eliminazione della povertà infantile: metà delle persone che nel mondo vivono in condizioni di povertà estrema sono bambini. Circa 570 milioni di under 18 vivono al di sotto della soglia di povertà internazionale fissata a 1,25 dollari al giorno. Servono accesso d acqua, nutrizione, servizi sanitari, alloggi e istruzione.

Terza priorità, lo stop “alle morti materno infantili prevenibili”. I bambini più poveri, spiega l’Unicef, hanno il doppio delle probabilità di morire prima del loro quinto compleanno rispetto a quelli ricchi. E ancora: maggiore attenzione agli adolescenti investendo nel loro apprendimento e nella promozione di stili di vita sani per proteggerli da malattie e violenze, e prepararli meglio alla vita adulta. “Sfruttare la crescente rivoluzione dei dati” per identificare tempestivamente e sostenere i diritti dei piccoli più bisognosi è un’ulteriore indicazione, seguita dall’invito a “migliorare gli investimenti per tutti i bambini, soprattutto i più vulnerabili e emarginati”. Infine, interrompere “il ciclo delle crisi croniche che colpiscono i bambini: nel 2014, 230 milioni di minori vivevano in zone di conflitto e molti di più sono stati colpiti da disastri naturali o causati dall’uomo”. La risposta globale “deve concentrarsi non solo sui bisogni nel breve periodo ma anche sulla costruzione della resilienza nel lungo termine, aiutando i bambini e le loro famiglie a sopportare shock futuri”. Di “grande opportunità per raggiungere i bambini che sono stati lasciati indietro”, guidare “il cambiamento e costruire un mondo migliore per tutti”, parla Yoka Brandt, vice direttore generale dell’Unicef.