Edilizia bloccata, ma i lavoratori non possono aspettare

E Antonio può aspettare… così anche Mario, Francesco, Giuliano, Marian e tutti quei lavoratori che da tanto, troppo, tempo cercano una nuova occupazione.

È questo il messaggio che tra le righe leggiamo quando nel Paese, e spesso nel nostro territorio, si sente parlare di lavori edili.

Non è così nelle intenzioni, quando tutti riconoscono la necessità di investimenti nel settore che, è bene ricordarlo, è trainante per tutta l’economia, ma che è anche indispensabile, in un Paese come il nostro soggetto a rischio idrogeologico e sismico oltre che endemicamente sofferente per motivi orografici, di infrastrutture adeguate.

Eppure queste intenzioni non si tramutano in azioni e non si sta facendo nulla di ciò che a nostro giudizio sarebbe indispensabile, vale a dire un’accelerazione delle procedure necessarie affinché almeno ciò che può essere realizzato, abbia compimento.

Avrei voluto, ma non posso, fare alcuni esempi sul nostro territorio.

Come la realizzazione dell’Alberghiero del quale ancora non si vede il cantiere, anche se da mesi il Consiglio comunale ha dato l’approvazione alla variante del Prg che ne bloccava la realizzazione.

Come il completamento della Rieti-Torano, che balla tra progetti, con autorevoli e motivati sostenitori, che alla fine non fanno altro che sostenere il nulla di fatto, e anche quando, finalmente, ci sono i progetti definitivi spariscono e riappaiono svincoli che comunque ad oggi sono solo di carta.

Come, ed è di questi giorni, la vicenda di Piazza Craxi a Campoloniano, dove la ditta incaricata dei lavori abbandona il cantiere perché non pagata, e la risposta dell’Amministrazione è il rinvio a settembre, così come per i lavori ormai non rinviabili del Cimitero Comunale.

Come i cantieri del Plus, che vanno a rallentatore o peggio ancora non partono, per ragioni sulle quali non voglio discutere e che saranno sicuramente validissime.

Ed ancora, potrei dire che mentre da più parti si auspica l’intervento di privati per il restauro o il recupero di monumenti ed aree degradate, a Rieti quando questi arrivano, si pretende da loro un improbabile mecenatismo che li fa scappare, e mi riferisco per chiarezza al progetto sull’ex Zuccherificio.

Come, ancora, vorrei parlare dei progetti sul Terminillo, dei piani integrati, dell’edilizia scolastica, del degrado urbano, ma non posso perché non ci sono operai al lavoro e noi siamo un’organizzazione che parla, con e di lavoratori.

Intanto Antonio e gli altri aspettano, e non possono più farlo. Non comprendendo bene perché mentre tutti dicono che occorre investire, loro sono senza lavoro, e allora la colpa ricade sugli immigrati, sulla politica e perché no anche sul sindacato o su tutti questi messi insieme che non riescono a dare una risposta al bisogno di lavoro.

Incontriamoci, ragioniamo, proponiamo, stiliamo un qualsiasi protocollo che dia la possibilità a noi, o ad altri, di intervenire sui rallentamenti burocratici, e soprattutto ai lavoratori di avere occasioni per mettere a frutto la loro voglia di lavorare.

Questa è la nostra proposta aspettiamo un interlocutore per attuarla.