Alla soglia dei suoi novant’ anni, Dino Morsani non poteva mancare alla ricorrenza dell’ottavo centenario del Miracolo di Greccio, l’Invenzione del Presepe. Erano ormai passati i tempi del lavoro in fonderia a Pietrasanta, smantellato il laboratorio presso il giardino d’inverno del castello di Terria che con il duca Piergentile Varano aveva rinverdito una vivace stagione di sapore rinascimentale: eppure, l’ispirazione ed il sicuro gesto artistico potevano riassorbirsi sul foglio di carta Fabriano e dedicare agli amici del Panathlon club in occasione della festa degli auguri la plaquette che raffigurava quasi racchiuso nel grembo di Francesco d’Assisi il miracolo di quella notte lontana e ancora viva del Natale 1223: la Sacra Famiglia, l’asino e il bue, il Bambino Gesù raffigurato già grandicello quasi a significare la sua essenza divina, metatemporale, raggiunti a passo di corsa da un giovane atleta sul cui dorso, su una piccola etichetta azzurra, sono disegnate le colombe della pace.
Dino Morsani, che oggi Frontiera saluta con rimpianto, è stato protagonista per mezzo secolo valente scultore capace di realizzare dall’infinitamente grande al piccolo lenticolare, dal pensatore Varrone inaugurato nel settembre 1974 in occasione del bimillenario ideato da Benedetto Riposati al monumento di commemorazione delle vittime del bombardamento del Borgo, dal busto del venerabile Massimo Rinaldi al rifugio del Terminillo all’imponente San Michele Arcangelo sul sagrato della chiesa ricostruita. Sono infinite le medaglie realizzate per simboleggiare un anniversario, valorizzare un evento: ricordiamo, tra le tante, ancora le belle medaglie commissionate dal Lions club Rieti Host per omaggiare papa Giovanni Paolo II in ricordo della visita a Rieti ed a Greccio, dal Comune di Antrodoco per il quarto centenario dell’apparizione mariana da cui fu fondato il santuario della Madonna delle Grotte (2001) e ancora per la ricorrenza della nascita del cardinale Federico Tedeschini (1873 – 2003).
Non per questo la fama di Dino Morsani fu circoscritta alla valle di Rieti: basti pensare alla straordinaria replica realizzata a Reggio Calabria studiando e plasmando i Bronzi di Riace volati fino in Giappone, il monumento a Dorando Pietri a Carpi, il busto di Mattia Battistini all’ Hermitage di San Pietroburgo. La padronanza assoluta dell’anatomia umana era stata, per lui, compiutamente studiata e praticata come atleta, come insegnante presso le scuole superiori di Rieti e per l’ISEF di L’Aquila, quando ancora era in vigore il titolo del glorioso Istituto. La maestria di plasmare la creta, appresa già da bambino allestendo insieme con il nonno le figurine per il presepe, era stata quasi una conseguenza portando a sintesi le due attività sempre praticate con passione e rigore. Questi, in fondo, sono ancora gli elementi del piccolo foglio ideato in segno del miracolo di Greccio, disegnato per gli amici che adesso lo conserveranno con nostalgia.
La redazione di Frontiera rivolge le sue condoglianze ai familiari ed agli amici.