«Democrazia: o è partecipativa o non è democrazia»

La sala della Biblioteca Paroniana ha visto grande presenza  per il convegno sul tema della Democrazia partecipativa organizzato dal Comune in occasione dell’avvio delle iscrizioni alle Consulte cittadine.

Presenti il Sindaco Simone Petrangeli, l’Assessore con delega alla Democrazia partecipata Vincenzo Giuli. Al tavolo anche Fabiola de Toffol, project manager e Alessandra Valastro, docente del Dipartimento Istituzioni e Società dell’Università di Perugia che hanno parlato del loro Dizionario di Democrazia partecipativa.

Il confronto ha chiarito punti importanti riguardo al ruolo che i cittadini devono e possono avere all’interno della macchina amministrativa, grazie alla loro partecipazione alle Consulte.

«Democrazia: o è partecipativa o non è democrazia». Questo l’esordio dell’intervento di Alessandra Valastro. Ha anche spiegato come sia vero che «la democrazia costa perché è una macchina da far funzionare, ma va anche ribadito che la non partecipazione costa ancora di più, soprattutto su temi importanti per la comunità. Per questo ci vuole un metodo per sostenere la democrazia attraverso una maggiore corresponsabilità».

Ed ecco che dalla relatrice vengono citati gli articoli 3 e 4 della Costituzione per spiegare «diritti e doveri di solidarietà politica economica, perché il cittadino troppo spesso si aspetta una soluzione, quando invece dovrebbe anche partecipare. Ma per molti è più facile ricorrere alla lamentela paternalistica che all’azione».

Ma le colpe non stanno mai da una parte sola, ed è per questo che, secondo la Valastro, è necessario «un bilanciamento di responsabilità tra governanti e “governati” senza il quale non si va da nessuna parte. Si deve quindi ricostruire al più presto un binomio delle responsabilità. Il monopolio del sapere non può più essere pensato nelle mani di qualcuno che può decidere per tutti, serve certamente il parere degli esperti, ma sono altrettanto fondamentali la partecipazione e la collaborazione di chi, appunto i cittadini, ha una conoscenza diversa, e a volte più diretta, del territorio».

Tutto ciò sembra attuabile proprio grazie alle Consulte Cittadine, stando al regolamento comunale che vuole rendere effettivo “il diritto alla partecipazione politica e amministrativa dei cittadini e delle loro espressioni associative per svolgere in modo più efficace le proprie funzioni e rendere maggiormente partecipate le proprio decisioni”.

Le consulte cittadine come forma di democrazia partecipativa attraverso la quale i cittadini diventano personaggi attivi nell’amministrazione del territorio e della comunità attraverso una responsabilizzazione diretta nella gestione della cosa pubblica. Tutto ciò per poter perseguire gli interessi dell’intera comunità nell’idea di una città come bene comune da tutelare e sviluppare.

Per questo, come dice la Valastro «informazione, comunicazione ed educazione alla cittadinanza per una maggiore partecipazione sono fondamentali. Oggi troppo spesso assistiamo ad una crisi della democrazia che può invece rinnovarsi attraverso un lavoro di rinnovamento e adattamento ai fenomeni sociali e alla realtà politica».

Ecco quindi anche l’importanza del Dizionario di Democrazia Partecipativa scritto a quattro mani proprio dalla Valastro e dalla De Toffol. «Un dizionario – spiega quest’ultima – nato quasi per caso. Inizialmente infatti tutte le informazioni e gli approfondimenti li avevamo raccolti soprattutto per noi e per il nostro lavoro. Poi il materiale da noi raccolto ha iniziato ad essere richiesto da più ambiti ed allora abbiamo pensato di farne un dizionario. Che oggi è utilizzato in diversi ambiti legati proprio alla democrazia partecipativa. Uno strumento fondamentale, questo dizionario, per capire più a fondo tanti termini e acronimi che spesso sono compresi solo dagli addetti ai lavori, ma che è invece importante siano condivisi e conosciuti da tutti. Soprattutto quando si parla di Democrazia e Partecipazione».

E parlando di democrazia e partecipazione, secondo la Valastra «l’obbligo di motivazione, parlando di Consulte, è assolutamente fondamentale per raggiungere lo scopo finale. Ed è fondamentale un confronto costruttivo e partecipativo tra amministrazione e cittadino che porta ad una responsabilizzazione utile per tutti. Il confronto è fondamentale. Parlando di una discussione è chiaro che ognuno ci entra con il suo punto di vista, ma il confronto serve proprio a questo. Ed alla fine se ne esce modificati ed arricchiti anche se non si uscirà tutti d’accordo. Ma è sicuramente cambiata la combinazione di idee e punti di vista che, tanto più numerosi saranno stati, tanto più si lavorerà per il bene comune».

È a quel punto che l’amministrazione agisce e mette in atto le idee condivise.

E si direbbe che l’amministrazione reatina punti proprio a questo. Ad instaurare, tra Consulte e amministratori, rapporti di collaborazione nell’ottica della città come bene comune. Pertanto l’interesse generale risulta privilegiato rispetto a questioni particolaristiche.

Guardando l’aspetto prettamente tecnico, alle Consulte potranno iscriversi tutti i residenti nel Comune di Rieti, i gruppi le associazioni, i comitati che si rispecchiano nei valori della Costituzione Italiana. Alle Consulte parteciperanno inoltre rappresentati degli ordini professionali, esperti e operatori di settore.

L’aggregazione avverrà per macro aree tematiche che interesseranno lavori Pubblici, Urbanistica e Territorio, Viabilità/Mobilità, Decoro urbano; Cultura, Spettacoli e Grandi Eventi, Sport, Politiche Giovanili, Turismo; Occupazione e Sviluppo, Economia Verde, Ambiente, Bilancio ed infine Politiche Sociali, immigrazione, Pari Opportunità, Politiche della Casa, Istruzione.