Con…fraternamente!

Inizio dell’anno liturgico in fraternità, per i sodalizi della diocesi, riunitisi come di consueto nella prima domenica di Avvento. Ad ospitare il raduno, che in tale occasione si teneva di solito a Borgo San Pietro, stavolta è stata invece, eccezionalmente, la parrocchia di Cantalice, dove di confraternite ne sono presenti ben quattro (più un’altra nella frazione San Liberato, che fa parrocchia a sé) e dove a fare gli onori di casa è stata in particolare quella che sta vivendo l’anno giubilare dedicata al santo nativo del paese: quel Felice Porri che è stato il primo frate dell’ordine cappuccino ad essere stato elevato agli onori degli altari. Nell’anno commemorativo dei 300 anni della canonizzazione, la comunità cantaliciana ha voluto infatti accogliere gli oltre cento confratelli appartenenti a vari sodalizi della diocesi, ritrovatisi nella parrocchiale Madonna della Pace dove ha tenuto la meditazione introduttiva il provinciale dei cappuccini laziali, padre Carmine De Filippis, proveniente dal convento romano di via Veneto nella cui chiesa dell’Immacolata è custodita la tomba di san Felice da Cantalice. Al religioso il compito di invitare i confratelli, nello spirito dell’Anno della fede, a una risolutezza di vita cristiana capace, sull’esempio dei santi, di una coerenza tra il credo professato e l’esistenza quotidiana. Ci si è poi spostati processionalmente verso la chiesa maggiore, sulla “rocca” del paese, intitolata al santo (dove la confraternita feliciana ha sede), per la solenne eucaristia domenicale presieduta dal vescovo monsignor Lucarelli, prima di scendere tutti alle pendici del paese per continuare l’incontro fraterno attorno alla tavolata imbandita in un agriturismo del posto.


 

L’anno feliciano, apertosi il 18 maggio in tutte le fraternità dei Frati Cappuccini e nei luoghi legati al culto di san Felice, proseguirà nei primi cinque mesi del 2013, concludendosi il 22 maggio, e a Cantalice vedrà impegnati confratelli e parrocchiani in diverse iniziative. Nell’odierna domenica, festeggiando la Santa Famiglia di Nazaret, si svolge la giornata giubilare delle famiglie e dei bambini; il 16 dicembre si è tenuto un pellegrinaggio a Roma sulle orme del santo, e altri itinerari feliciani sono in programma per i prossimi mesi, assieme a vari altri appuntamenti con cui, su impulso della confraternita, i fedeli cantaliciani saranno invitati a onorare il loro illustre compaesano.


 

E un altro importante giubileo confraternale si è invece concluso in questo mese: quello che ha commemorato i duecento anni di fondazione della principale confraternita antoniana reatina, la Pia Unione di S. Antonio. Il giorno dell’Immacolata, la chiesa di S. Francesco si è riempita per il pontificale conclusivo del bicentenario. Esposta per l’occasione la venerata effigie di sant’Antonio, quella che i reatini ammirano ogni anno nei festeggiamenti del Giugno antoniano, recandola in processione rivestita dei numerosi preziosi donati nel tempo dai devoti. Stavolta, la statua era collocata accanto all’altare mostrando il profilo del santo rivestito semplicemente del saio francescano, a voler richiamare più direttamente lo stile di sobrietà e umiltà serafica di cui Antonio, seguace del Poverello d’Assisi, fu insigne testimone, come sottolineato nell’omelia da monsignor Lucarelli, che ha presieduto la solenne celebrazione. Dal presule, un ringraziamento sentito alla Pia Unione per il suo impegno profuso non solo nella coltivazione della devozione antoniana, ma anche in campo caritativo e nella custodia amorosa della chiesa dugentesca che nella storia francescana costituisce il primo degli edifici sacri intitolati al Serafico Padre dopo la basilica di Assisi.


 

Celebrato nello splendore del recente restauro l’ultimo scorcio del Iubilæum antonianum, con la possibilità, per i fedeli intervenuti, di ammirare in tutta la sua bellezza il transetto sinistro della chiesa di S. Francesco. Solo pochi giorni prima si era svolta, alla presenza di confratelli e devoti e delle autorità cittadine, l’inaugurazione del restauro degli affreschi, al termine di un paziente e delicato intervento di recupero conservativo finanziato dalla Provincia di Rieti. A salutare la fine dei lavori, il presidente Melilli assieme alla prefetto Marolla nelle vesti di “padrona di casa (dato che la chiesa è proprietà del Fec, il Fondo edifici di culto del Ministero degli Interni), presenti anche la rappresentante della Soprintendenza ai Beni culturali, il sindaco della città e ovviamente il vescovo Lucarelli, unitamente ai vertici della Pia Unione che ha in cura il mantenimento del tempio francescano. È toccato alle due restauratrici, Roberta Piroli e Martina Comis, illustrare i lavori che hanno permesso di far risplendere gli affreschi del transetto sinistro. Ora, grazie anche a un impianto di illuminazione a Led appositamente realizzato per favorirne la visibilità, le pareti artisticamente affrescate possono essere ammirate da visitatori e turisti, il cui accesso è favorito dall’impegno della Pia Unione che, in questo periodo natalizio, garantisce l’apertura quotidiana di S. Francesco, permettendo di visitare anche l’artistico presepio realizzato all’interno.