La banda c’era e i fedeli sono accorsi numerosi: festa grande ad Accumoli per la Madonna Addolorata. Domenica 6 settembre, nella piazza del paese, si è rinnovata una celebrazione molto sentita e, nonostante le limitazioni imposte dal covid, la cittadinanza si è riunita, all’aperto, per omaggiare Maria.
Quest’anno nessuna processione né attività ricreativa; la liturgia ha compreso la sola funzione eucaristica. Ciononostante, ad accompagnare la statua della Madonna dalla chiesa dei santi Pietro e Lorenzo alla piazza, davanti alla statua di Salvatore Tommasi, ci ha pensato l’immancabile banda di Accumoli che ha restituito una parvenza di normalità ai festeggiamenti.
Ad aprire la funzione, le parole del vescovo Domenico Pompili: «il dolore di Maria, che oggi celebriamo, altro non è che il risvolto dell’amore: soffre solo chi ama, chi è indifferente non soffre e diventa di plastica, non riuscendo a provare più nulla». Così, don Domenico ha esortato i fedeli a non diventare insensibili ma ad accettare il dolore che altro non è che l’atra faccia dell’amore.
Nell’omelia il vescovo si è invece concentrato sull’importanza di agire in funzione dell’altro. «La figura di Ezechiele, rimanda a quella della sentinella che ha il compito di ricordare a tutti la propria responsabilità. Oggi tendiamo spesso a scaricare sugli altri la responsabilità mentre la sentinella è colui che chiama l’altro in causa e ci ricorda che le nostre azioni hanno sempre delle ricadute sugli altri». D’altra parte, la Madonna ha sofferto così tanto perché ha sempre agito subito, come alle nozze di Cana, ed è intervenuta proprio perché aveva a cuore la sorte di chi le stava accanto.
Al termine della liturgia padre Carmelo ha ringraziato il vescovo e ha ricordato l’importante ruolo della banda. «La fede e la musica hanno sempre camminato insieme: ascoltare la banda è per noi segno di continuità perché i suonatori hanno proseguito a riunirsi e a suonare. La musica è memoria e profezia per il nuovo avvenire, perché insieme è più facile ricostruire».
E proprio le note intonate dalla banda hanno concluso la cerimonia. Una festa diversa, sì, ma come ha affermato una fedele «da qualche anno qui è tutto diverso, ci dobbiamo accontentare». Più che accontentarsi, le persone si sono adattate, tanto che al termine della celebrazione tutta la comunità ha dato una mano per riportare le sedie all’interno della chiesa. D’altronde, come ha detto fra mimmo «una sedia per uno non fa male a nessuno» perché se ognuno fa la sua parte, ne beneficia tutta la comunità.