Il ritorno stagionale di “Circo estate”

Torna puntuale la proposta estiva dedicata a una delle esibizioni più antiche

Sei puntate in prima serata (Rai3, domenica ore 21.05) segnano il ritorno stagionale dell’appuntamento con “Circo estate”. Ed è nuovamente l’ormai rodata Andrea Lehotska a guidare gli spettatori alla scoperta delle varie articolazioni di uno degli spettacoli più antichi e tradizionali. La formula è quella consolidatasi negli anni, con una serie di numeri a opera di artisti provenienti da tutti i continenti, stelle circensi di fama mondiale e anche nuove proposte che si affacciano per la prima volta al centro della scena.
La conduttrice presenta, accompagna e commenta le esibizioni, pronta a collegarsi con l’onnipresente Fabrizio Frizzi e la rediviva Annette Stevens e affiancata, di puntata in puntata, da diversi artisti: i comici Luca Regina e Tino “Lucchetino” Fimiani, il ventriloquo Samuel Barletti, il mago comico Francesco Scimemi, il prestigiatore Luca Bono, i Freakclown Alessandro Vallin e Stefano Locati del Cirque du Soleil, i musicisti dell’impossibile Jashgawronsky Brothers.
Il circo è da sempre uno spettacolo dal vivo che si articola in “numeri” di genere diverso: dalle prove di abilità fisica alla giocoleria, dalle acrobazie in aria alla clownerie, dalle esibizioni con animali all’interazione con il pubblico presente. Il nome deriva dal latino “circus”, in relazione alla forma circolare dei circhi antichi.
Nella Roma antica il circo era un luogo dedicato alle corse di cavalli, agli spettacoli equestri, alle esibizioni di animali addestrati, alle ricostruzioni di battaglie storiche, alle esibizioni di acrobati e giocolieri. Dopo la caduta dell’Impero romano diverse compagnie circensi cominciarono a viaggiare per l’Europa proponendo le loro esibizioni in modo itinerante. Secondo molti storici, l’inventore del circo moderno sarebbe Philip Astley, ufficiale britannico di cavalleria, che nel 1768 ideò per la prima volta un’esibizione circense moderna, con uno spettacolo in cui si susseguivano giochi di abilità, intermezzi comici e numeri con cavalli ammaestrati all’interno di una pista circolare situata in uno spazio chiuso.
La tradizione italiana poggia sull’apporto di alcune famiglie circensi storiche, che hanno tramandato lo spettacolo di generazione in generazione. Fra le più note nel settore, la famiglia Togni e la famiglia Orfei. Flavio Togni, vincitore di un Clown d’Oro a Montecarlo, lavora nell’American Circus di famiglia con il suo numero di elefanti, cavalli e felini. Moira Orfei, deceduta nel novembre 2015, ha rappresentato una delle più note dinastie circensi di casa nostra.
Se la formula tradizionale prevedeva che il pubblico potesse assistere alle esibizioni soltanto recandosi sotto il tendone, la proposta televisiva del circo ormai consolidatasi negli anni permette agli spettatori di partecipare attivamente anche a distanza, comodamente seduti sul divano di casa propria. A differenza di chi siede intorno alla pista, che ha a disposizione un solo sguardo sulla scena, il telespettatore può giovarsi della moltiplicazione dei punti di vista generata dalle diverse telecamere che riprendono la scena, evidenziando i passaggi più emozionanti e spettacolari con primissimi piani e inquadrature ravvicinate sui dettagli. I numeri più difficili vengono poi riproposti in replay, aumentando l’apprezzamento delle abilità in campo da parte del pubblico.
Se il fulcro di ogni esibizione consiste nel “far vedere” a molti altri ciò che soltanto pochi sanno fare, non c’è dubbio che il piccolo schermo sia il mezzo più adatto ad accrescerne la spettacolarizzazione, in forza del suo linguaggio basato soprattutto su ciò che si può guardare e apprezzare.