Chiesa, politica, cittadini: un confronto utile

Accogliamo con profondo rispetto il messaggio del Vescovo di Rieti, che ci dà quella forza necessaria in questo momento difficile.

Avremmo voluto, forse, qualche parola in più su Rieti per l’isolamento individuale, spirituale e materiale che condiziona la nostra comunità.

È chiaro che la Chiesa è un elemento indispensabile per tutti i cittadini, ma vorremmo che fosse più presente in questa crisi d’identità che stringe il nostro territorio. Nello stesso tempo vorremmo una partecipazione più incisiva per quelle scelte che vengono effettuate per il futuro dell’uomo/cittadino di Rieti e del suo ambiente, e per tutte quelle iniziative che servono per superare questa crisi locale e globale (lo vediamo dai dati statistici su Rieti PIL -1,6%).

Questa crisi mondiale derivante da un sistema capitalistico deviato e malato, che ha trascurato che il fine ultimo di tutte le attività è “l’uomo”.

Purtroppo anche a livello locale la situazione è la stessa, generata da una crisi politica che oggi è messa in discussione per il vecchio modo di gestire la Res Pubblica.

Noi cittadini non ci sentiamo di essere “ben accolti” in questa comunità, come per la famiglia di Nazaret non c’è posto per noi “nell’albergo Rieti”.

Siamo relegati ad essere semplici spettatori nelle scelte che condizionano il nostro futuro e che, paradossalmente, non mirano al nostro benessere, ma solo al benessere di pochi cittadini.

Questo rapporto imperfetto tra politica e cittadino, si risolve spesso in situazioni di competitività tra le diverse fazioni, che si risolvono in una illusoria immagine di vittoria o sconfitta. Il rapporto imperfetto tra politica e cittadino si nota anche dalle piccole cose, come la mancanza di una comunicazione delle Istituzioni in occasioni di importanti avvenimenti come il Natale.

Noi non vogliamo vedere la nostra vita ridotta ad una mera competizione di interessi. Vogliamo ristabilire quel rapporto di Homo socialis tanto caro ai nostri antenati.

Noi non vogliamo un posto offerto dalla Chiesa o da qualunque altra Istituzione per diventare soggetti passivi di beneficienza, ma vogliamo avere riconosciuta la nostra dignità di esseri umani e il diritto/dovere di condividere e condizionare le scelte che vengono effettuate sul territorio, “per il futuro della nostra città”, attraverso un confronto sano Chiesa/Politica/Cittadini, che risollevi da questa crisi spirituale e materiale in atto e che ricollochi l’uomo/cittadino al centro di ogni attività del nostro territorio.

Termino questo messaggio augurando a tutti un Buon Anno e ringraziando il Vescovo di Rieti per le sue parole che sono tanto necessarie al grande vuoto che è presente in noi…