«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio»

Nel gennaio del 2015 Papa Francesco invia ai giovani del mondo il messaggio di riflessione e di invito a partecipare alla XXX Giornata Mondiale della Gioventù, questa volta a carattere diocesano. Un evento che da una parte segna un importante anniversario, dall’altra è il preludio del grande appuntamento internazionale del luglio 2016, la GMG di Cracovia, all’interno dell’anno giubilare della misericordia. È una GMG di “passaggio”, una tappa del percorso iniziato nel 2014 con la beatitudine relativa ai “poveri in spirito”, e che ora invece focalizza l’attenzione sui “puri di cuore”, per arrivare al tema della misericordia da vivere in terra polacca. Vivere secondo lo stile delle beatitudini è definito da Papa Francesco come “rivolizionario”, in quanto strada coraggiosa e controcorrente, l’unica che conduce alla felicità, ovvero lla piena comunione con Dio, con gli altri e con la natura. Il messaggio in diversi punti richiama il rapporto tra beatitudine e la cura e la custodia del creato. La felicità per l’uomo è infatti possibile, “(…) Dio ha deposto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità, di pienezza”, ma non può essere raggiunta se non cercando e vivendo un rapporto di intimità con Dio, maturando un’ecologia umana che “(…) ci aiuterà a respirare l’aria pura che proviene dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità”. Il tema dell’inquinamento è preso quindi come metafora dell’allontanamento dell’uomo da Dio: “Quando l’uomo e la donna cedono alla tentazione e rompono la relazione di fiduciosa comunione con Dio, il peccato entra nella storia umana (cfr Gen 3). La purezza delle origini è come inquinata. Da quel momento in poi l’accesso diretto alla presenza di Dio non è più possibile. La “bussola” interiore che li guidava nella ricerca della felicità perde il suo punto di riferimento e i richiami del potere, del possesso e della brama del piacere a tutti i costi li portano nel baratro della tristezza e dell’angoscia”. È solo in Gesù che l’uomo può invece trovare il compimento della sua felicità, ed è questo il cuore del messaggio diretto ai giovani, perché Egli “(…) spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita (…) che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande»”. Il cuore per la cultura ebraica è il centro dei sentimenti e delle intenzioni della persona, riassume l’essere umano nella sua totalità, non riguarda le apparenze, ma l’essenza, per questo, continua il Papa, a partire dal nostro cuore possiamo vedere Dio. La purezza del cuore a questo punto è indispensabile. Ecco ancora il riferimento alla metafora ecologista: un cuore puro “(…) significa fondamentalmente pulito, limpido, libero da sostanze contaminanti” e solo da un cuore puro può scaturire la felicità. A questo proposito “Ognuno di noi deve imparare a discernere ciò che può “inquinare” il suo cuore, formarsi una coscienza retta e sensibile, capace di «discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2). Se è necessaria una sana attenzione per la custodia del creato, per la purezza dell’aria, dell’acqua e del cibo, tanto più dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni”. Tutto quindi scaturisce dall’amore di Dio e dalla relazione che costruiamo con Lui, perdere di vista questa prospettiva significa non riferimenti, l’essere umano non sa più chi è, cosa è, “(…) diventa un enigma incomprensibile”. L’invito quindi riguarda il non banalizzare l’amore, valorizzare la bellezza, la comunione, la fedeltà e la responsabilità, soprattutto Papa Francesco incoraggia i giovani a scommettere sul futuro, chidendo loro di ribellarsi alla cultura del provvisorio e dello scarto, esortando ad una vera e propria rivoluzione per tramite delle beatitudini evangeliche: “Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di andare controcorrente. E abbiate il coraggio anche di essere felici». In chiusura il Pontefice, quando indica ai giovani il modo in cui incontrare Gesù, è semplice e diretto: “(…) voi pregate? Sapete che potete parlare con Gesù, con il Padre, con lo Spirito Santo, come si parla con un amico ? E non un amico qualsiasi, ma il vostro migliore e più fidato amico ! Provate a farlo, con semplicità. (…) Ancora una volta vi invito a incontrare il Signore leggendo frequentemente la Sacra Scrittura. Se non avete ancora l’abitudine, iniziate dai Vangeli. Leggete ogni giorno un brano. Lasciate che la Parola di Dio parli ai vostri cuori, illumini i vostri passi (cfr Sal 119,105). (…) Non dimenticate: la volontà di Dio è la nostra felicità !”.