Battisti (PdCI) su Piermarini: sfregio a democrazia e coscienza civile

Comune di Rieti

In merito alle recenti polemiche suscitate dal profilo su un social network relativo alla vicenda Piermarini mi preme chiarire non solo che i Comunisti, come forza politica, ne sono estranei ma che sono, per loro natura e cultura, contro ogni forma di personalizzazione della politica.

Vale quando una legge orribile trasforma un eletto a guidare una collettività in “un uomo solo al comando”; vale per chi fa scelte individuali, contrarie alle decisioni collettive democraticamente assunte e alle quali ha partecipato, e si appropria (con 42 preferenze) di una funzione che appartiene ai comunisti, senza alcun rispetto ne considerazione per i tanti che hanno sempre dato in silenzio senza avere nulla in cambio se non l’orgoglio e la dignità e del cui lavoro si è avvalso; vale per chi riduce la politica a cospirazioni e complotti; vale per chi cade nell’errore di rispondere ad un grave attacco alla rappresentanza democratica con un attacco personale.

Quella squallida manovra di palazzo e la reazione popolare che ne è seguita sono due facce della stessa medaglia. Entrambe uccidono la politica. Sento parlare di metodi degni di passati regimi, ma non sento la stessa riprovazione per questa squallida compravendita tipica invece di questa nostra epoca. Come se Scilipoti sia deprecabile se si vende agli altri e non se a comprarlo sei tu. E chi condanna le offese alle persone dovrebbe prima condannare lo sfregio alla democrazia e alla coscienza civile della città prodotta con questa indegna mercificazione.

Penso che la legittima rabbia di chi si sente tradito, e che va anch’essa rispettata, vada messa al servizio della ragione come misura del degrado raggiunto dalla “politicaccia” e come “stimolo aspro” al lavoro nuovo.

E per questo chiedo a tutti quelli che si sentono comunisti di non cedere all’istinto e alla tentazione delle offese personali e della denigrazione. È sbagliato oltre che ingiusto.

Perché se vuoi rispetto devi dare rispetto. Perché ai fatti va sempre data una lettura politica. Ma anche perché la doppia morale dei sacerdoti della democrazia ad intermittenza nel mentre si indigna, giustamente, per gli insulti mette tra parentesi una vergognosa e indegna campagna acquisti di persone e coscienze e oscura, al contempo, i problemi politici posti sul tappeto, che escono invece tragicamente confermati da tutta questa penosa vicenda.

Quei problemi politici non si risolvono facendo finta che non esistano o con becere manovre di palazzo o approfittando della “debolezza” di un consigliere o alimentando il trasformismo, con chissà quali argomenti, poi!?

Così le questioni poste non solo si appesantiscono enormemente, ma si allarga irrimediabilmente la distanza con i cittadini e tra questi e le Istituzioni ridotte a luogo del mercanteggiamento. Ed è ancora più grave perché viene da figure che dovrebbero essere le più gelose custodi dell’autonomia di pensiero delle persone e delle forze politiche.

C’è una cosa però che condivido di quella pagina: è giusto che Piermarini si dimetta da consigliere comunale e restituisca ai comunisti quello che 1136 cittadini gli hanno consegnato con il loro voto: unica, inequivocabile, volontà democraticamente espressa. E’ una questione di igiene politica e di riconoscimento delle funzioni assegnate liberamente dagli elettori.

Ed è una precondizione necessaria per restituire il primato alla politica e per rilanciare un’azione di governo che oggi manifesta difficoltà evidenti, certo dovute alla drammatica eredità lasciata da una destra clientelare, sciatta e sprecona ma che, proprio per questo, chiede un deciso cambio di marcia senza il quale il declino sarà inesorabile.

Questa è sempre stata la nostra preoccupazione. Oggi il centro sinistra si trova davanti ad un bivio: continuare con una inadeguata e inefficace azione tecnocratica e oligarchica, oppure tener fede all’impegno assunto con gli elettori, fatto di partecipazione, coinvolgimento e condivisione con le forze politiche e sociali che animano la città.

Questo è ciò che continuiamo a chiedere e chiediamo che si compiano atti decisi in questa direzione.