Ucraina

Attacchi russi nell’ovest e a Dnipro. Kiev: «Più vittime civili che militari»

Mosca: 16mila volontari dal Medio Oriente pronti a combattere con i separatisti. Si stringe la morsa militare russa attorno alla capitale. A Mariupol «1.200 corpi rimossi dalle strade»

L’invasione russa in Ucraina avrebbe causato “più vittime tra i civili che tra i soldati ucraini”: l’ha dichiarato il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov. “Voglio che si sappia non solo a Kiev ma in tutto il mondo”, ha detto. Secondo gli ultimi dati dell’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dall’inizio della guerra in Ucraina sono stati uccisi 549 civili e 957 feriti. Ma il bilancio è inevitabilmente al ribasso. Stando ai dati diffusi dal ministro della Sanità ucraino, Viktor Lyashko, sono finora 63 gli ospedali danneggiati, 5 i medici uccisi e più di 10 quelli gravemente feriti. Sempre secondo dati di Kiev, sarebbero 12mila i soldati russi uccisi.

Quanto ai profughi, la conta aggiornata dell’Alto commissariato Onu è di 2,5 milioni di anziani, donne e bambini usciti dall’Ucraina, e che si trovano in gran parte in Polonia, mentre gli sfollati ancora nel Paese sono stimati in quasi 2 milioni.

Il presidente russo Vladimir Putin, stamani alla riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale, ha sostenuto la proposta del ministro della Difesa Serghei Shoigu di trasferire nel Dopnbass sistemi di difesa missilistica e armi anticarro Javelin e Stinger (di fabbricazione americana) sequestrati in Ucraina. Ha detto anche che i volontari che vorranno unirsi all’esercito “saranno i benvenuti”: per il ministro ci sarebbero oltre 16mila volontari nei Paesi mediorientali pronti ad andare a combattere con i separatisti filorussi. “Devi incontrarli a metà strada e aiutarli a spostarsi verso le zone di combattimento”, ha detto Putin. Il ministro della Difesa russo, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sta rispondendo direttamente “a cittadini siriani e di altri Paesi” mediorientali.

Secondo fonti ucraine, non confermate da osservatori indipendenti, reparti di forze paramilitari cecene “kadyroviti” stanziate in direzione di Kyiev, Irpin, Gostomel, Bucha bloccano l’arretramento dell’esercito russo, demoralizzato, che sta evitando lo scontro con le forze armate ucraine.

Dopo il sostanziale fallimento dell’incontro tra i ministri degli Esteri di Mosca e di Kiev ieri in Turchia (IL PUNTO SULLA GIORNATA di Andrea Lavazza), si chiudono gli spiragli di una tregua. Tv e media ucraini riferiscono di esplosioni a Lutsk, nord-ovest del Paese, così come a Dnipro sul fiume Dnepr, nella parte centro-orientale. A Lutsk le esplosioni sono avvenute vicino all’aeroporto, il sindaco ha invitato i cittadini a mettersi al riparo. A Dnipro, i media parlano di tre esplosioni, di cui una avrebbe colpito una fabbrica di scarpe. Le altre due vicino ad un asilo nido e ad un condominio, secondo i rapporti diffusi dalla Bbc. Una persona è rimasta uccisa. Missili e cannonate segnalati anche a Ivano-Frankivsk, nel sud-ovest, un centinaio di chilometri a sud di Leopoli. Da Mosca arriva la conferma, si tratta di bombardamenti di lungo raggio ed alta precisione contro altrettanti piccoli aeroporti. Su un altro fronte, invece, le autorità ucraine hanno denunciato che un raid russo ha colpito l’istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, sede di un reattore nucleare sperimentale, mentre continua l’avvicinamento verso Kiev: la Difesa americana registra un ulteriore progresso dei militari di circa 5 chilometri, e le immagini satellitari mostrano che il convoglio di mezzi lungo 60 chilometri che si muoveva verso la capitale si è ridistribuito in aree circostanti. Le milizie filorusse del Donbass rivendicano di avere conquistato Volnovakha, cittadina strategica a nord della città assediata di Mariupol: lo afferma il ministero della Difesa russo, citato dalla Bbc.

A Mariupol assediata «1.200 corpi rimossi dalle strade»

Resta intanto il dramma delle città assediate, a Mariupol il vicesindaco ha riferito che oltre 1.200 corpi sono stati rimossi dalle strade e si è iniziato a seppellirli nelle fosse comuni. Da Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato i russi di aver sferrato un attacco sul corridoio umanitario della città del sud. E il ministero della Difesa ucraino – scrive la Bbc, aggiungendo di non avere modo di verificare l’affermazione – afferma di avere notizia che i russi starebbero obbligando prigionieri di guerra a combattere per loro nella regione russa di confine a Rostov, e che ci sono segnalazioni di civili rapinati e perfino assassinati dalle forze armate russe, in violazione di qualsiasi legge internazionale.

Mosca chiede il Consiglio di Sicurezza Onu: «Armi chimiche Usa»

Da Mosca invece arriva l’accusa agli Stati Uniti di svolgere “attività biologiche militari in Ucraina”, con la richiesta di convocare oggi la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Zelensky replica negando che nel suo Paese si fabbrichino armi chimiche e dicendosi preoccupato che si tratti di un pretesto per condurre attacchi con armi proibite: “Se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda cosa la Russia accusa gli altri di pianificare”, dice.

Sanzioni sempre più dure. La Bielorussia rischia il default

Sul fronte economico, l’Occidente punta ad isolare sempre di più la Russia, con gli Usa capofila, che vogliono togliere tutti i privilegi commerciali a Mosca. Lo riporta Bloomberg citando alcune fonti. L’annuncio della revoca arriverà insieme al G7 e ai leader dell’Ue. E consentirà agli Usa di imporre dazi più alti rispetto agli altri membri Wto. Via libera del Senato americano, intanto, allo stanziamento di 13,6 miliardi di dollari per l’Ucraina. Pronti a nuove sanzioni anche i leader europei riuniti a Versailles: hanno chiesto alla Russia di fermare le operazioni militari, garantire gli accessi umanitari e la sicurezza delle centrali nucleari. Più interlocutoria, invece, la posizione sulla richiesta di adesione alla Ue presentata da Kiev. Boccia invece le sanzioni Pechino, secondo cui sono un “danno per la ripresa mondiale”.

A causa della guerra e delle sanzioni si indebolisce il profilo di credito della Bielorussia, con Moody’s che ne taglia di quattro livelli il rating, Ba3 a Ca, ultimo gradino prima del default, con outlook negativo.

Non ci sono invece le condizioni per il default della Russia, ha detto stamani il Cremlino secondo quanto riporta l’agenzia Tass (che ha corretto la notizia diffusa precedentemente). La Banca centrale russa mantiene ferme le negoziazioni di azioni alla Borsa di Mosca, con eccezioni limitate. L’indice Moex è stato sospeso per dieci sessioni consecutive, la serie più lunga nella storia moderna del Paese.

Intanto resta l’allarme internazionale per lo stato delle centrali nucleari. L’Aiea ha annunciato ispezioni, dopo che Kiev ha fatto sapere di aver perso le comunicazioni con Chernobyl. L’agenzia internazionale per l’energia atomica non è ancora stata in grado di confermare i rapporti secondo cui le linee elettriche della centrale sarebbero state riparate, il giorno dopo la perdita degli alimentatori esterni.

da avvenire.it