Azienda Sanitaria Locale

Asl Rieti su flussi migratori e mobilità passiva

Ieri mattina alla presenza del Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D'Innocenzo si è svolta una conferenza stampa in cui sono stati analizzati i flussi migratori e la mobilità passiva

Nonostante il Sisma del 2016 che distrusse l’ospedale Francesco Grifoni di Amatrice, convogliando tutta l’attività ospedaliera su un unico Presidio, il de’ Lellis di Rieti (l’ospedale Marzio Marini di Magliano era stato già riconvertito dal decreto 80 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera), il fenomeno atavico della mobilità di prossimità determinato dalla conformità del territorio della provincia di Rieti e che coinvolge almeno 25 comuni e non ultimo la pandemia da SARS CoV-2, dal 2017 al 2020 la mobilità passiva della Asl di Rieti è diminuita del 25% con un trend in progressiva ulteriore discesa.

Nel quadriennio 2017-2020 il valore della mobilità passiva è migliorato registrando, per le prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, una contrazione sia in termini di casi che di costi. In particolare, si è passati da 13.197 casi (ovvero dimissioni nel 2017) a 9.908 (2020), con una diminuzione del 25%, che si riflette in una contestuale contrazione dell’impatto economico (costi inferiori registrati in Bilancio) passando da € 46.145.000 (2017) a 36.186.874 (2020), con una riduzione del 22%, registrando un risparmio di 9.958.000 euro. La riduzione della mobilità è strutturata e non dovuta esclusivamente alla Pandemia (caratterizzata da periodi di lockdown) tanto che nel triennio 2017-2019 il numero dei casi è passato da 13.197 (2017) a 11.737 (2019), con una contestuale riduzione dell’impatto economico passato da 46.145.000 euro (2017) a 42.032.000 (2019).

Relativamente alle prestazioni erogate in regime di mobilità nel 2020 (9.908 casi) è stato necessario verificare per ogni singola prestazione a) il reparto di dimissione, b) il regime di ricovero (programmato o in urgenza), c) la residenza del paziente.

Come già evidenziato la conformazione del territorio della Provincia di Rieti incide sul fenomeno della migrazione di una parte della popolazione residente in prossimità di strutture sanitarie e sociosanitarie, al di fuori della Provincia stessa, diverse dal San Camillo De Lellis (Asl Viterbo e Ospedale Sant’Andrea nel Lazio, Santa Maria di Terni, Azienda Ospedaliera San Salvatore dell’Aquila e Presidio ospedaliero San Filippo e Nicola in altre Regioni). Assistiamo a questo fenomeno in ben 25 Comuni rispetto ai 73 della Provincia (Amatrice, Borgorose, Cantalupo in Sabina, Casperia, Collalto Sabino, Collegiove, Collevecchio, Colli sul Velino, Configni, Cottanello, Forano, Labro, Magliano Sabina, Montasola, Montebuono, Nespolo, Paganico Sabino, Pescorocchiano, Roccantica, Selci, Stimigliano, Tarano, Torri in Sabina, Turania, Vacone) che interessano 30.367 residenti rispetto ad una popolazione complessiva pari a 151.355 (Istat 2021), con una incidenza percentuale del 20%.

Proprio per tali ragioni la Direzione Aziendale della Asl di Rieti in questi anni ha investito sulla sanità di prossimità portando le cure verso i pazienti e non viceversa, creando strutture e attivando servizi per la promozione e la prevenzione della salute, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie più fragili, grazie anche al coinvolgimento delle istituzioni presenti sul territorio. Anche per questo motivo il Piano territoriale presentato nelle settimane scorse, grazie agli investimenti del PNRR e del piano nazionale investimenti complementari al PNRR prevede l’attivazione di nuove strutture e servizi a cominciare da 4 Centrali Operative Territoriali, 7 Case della Comunità, 2 Ospedali di comunità e il rafforzamento tecnologico della rete sanitaria socio-sanitaria con l’acquisto di nuove apparecchiature di ultima generazione.